il Giornale, 10 giugno 2023
Quando Haaland era un oggetto misterioso
Indispettito dalle continue domande su Erling Haaland, Pep Guardiola ha deciso di rispondere sul campo. È successo contro il Copenaghen in questa Champions, il norvegese è rimasto in panchina per tutta la gara e il City non ha segnato, non è sempre andata così, ma quella sera dell’11 ottobre in Danimarca è andata proprio così. I tabloid inglesi non vedevano l’ora di scatenarsi e hanno picchiato duro: «Senza Haaland il City non segna neanche al Copenaghen». Ci sono anche Julian Alvarez e Riyad Mahrez in rosa ma le loro statistiche sono frammenti, l’argentino campione del mondo ha chiuso la Premier con solo 13 gare da titolare con un totale di 1.465 minuti giocati e 9 reti. Il 31enne algerino solo 3 in 1.920 minuti. Questo spiega solo in parte le 94 reti del City in questa stagione di Premier, 29 segnate dal cyborg di Leeds che sta conquistando il mondo. Un recente sondaggio ha svelato che Haaland è conosciuto anche da chi non segue il calcio, tutti ne parlano e danno a lui il merito di aver riscritto la storia della Premier League. Eppure quando è arrivato al City nella maggioranza dei commentatori era in seconda fila con grosse perplessità sulle sue capacità di adattamento in un campionato diverso dalla Bundesliga dimenticando il suo score nel Dortmund di 62 reti in 67 presenze nelle due stagioni in Germania. Essendo nato in Inghilterra quando il padre giocava nel Leeds, Halland avrebbe potuto scegliere la nazionale di Sua Maestà ma l’orso mancino veloce come un cavallo di quasi due metri che sfiora i cento chili di peso è rimasto ai fiordi. Ora, non si tratta di continuare a celebrare il fenomeno, più interessante scoprire come si disinnesca il devastatore di muri. E la soluzione è teorica. Primo appunto, il City dà l’idea di ignorarlo, la palla gira fra i mediani e le mezze in continuazione ma in realtà tutti aspettano che Haaland si smarchi per cedergliela, in quel caso la percentuale di successo sale vertiginosamente con una media realizzativa di Erling di 0,81 gol a partita. Quindi capo primo una sorta di escort che si dedichi anima e corpo alla sua esistenza e si muova a un paio di metri davanti a lui per chiudere le potenziali vie di assist, più complicato quando il norvegese è cercato con palle alte. Poi, Haaland sembra estraneo alla manovra del City, può restare anche 45’ senza vederla: staziona a qualche metro dall’area, poi quando i giochi sembrano fatti la mette sbucando sul secondo palo ma anche in piena area dove è praticamente impossibile spostarlo. Ma per fermarlo non serve un lottatore di ketch o fare massa attorno a lui, meglio gente che riesca a tenere l’attenzione alta per tutti i minuti di gioco, e l’Inter ce l’ha.