il Giornale, 10 giugno 2023
Di Battista sulle orme di Grillo: ci prova con il teatro
Dibba trova finalmente la sua strada: farà l’attore. L’enfant prodige del M5s segue le orme del suo mentore Beppe Grillo e si dà al teatro. Le ha provate tutte, prima di salire sul palcoscenico: è stato politico, barista, giornalista, scrittore, opinionista, cooperante, reporter, insegnante, attivista, pacifista, ambientalista. Alla fine ha capito di aver un talento innato, come il comico Grillo, per lo spettacolo. Per il cabaret, insomma. Alessandro Di Battista, nato animatore nei villaggi e portato in Parlamento nel 2013 dagli italiani per fare la rivoluzione, sembra aver imboccato la strada dello showman. Senza indugi. È questo il futuro che attende il Che grillino, andato via dal Movimento sbattendo la porta dopo l’appoggio al governo Draghi. Ora si prepara a girare l’Italia, passando da un teatro all’altro, per promuovere il suo spettacolo. Una vocazione confermata dal successo di pubblico e incassi nelle prime due serate nella Capitale: il primo e il 5 giugno Di Battista si è esibito al teatro di Tor Bella Monaca, quartiere romano. Sold out. Tutto esaurito per «l’attore Dibba». Il botto. Emozione. Il suo agente sta già pianificando le prossime tappe. Sarà un successo. L’ex grillino è raggiante: «1200 persone hanno assistito il 1 ed il 5 giugno al monologo Assange, colpirne uno per educarne cento. È un monologo che ho scritto e che ho messo in scena grazie ad una squadra fantastica. 1200 persone non sono poche, segno che il tema (contrariamente a quel che sostengono i giornalisti mainstream che celano la loro pavidità dietro alla scusa degli ascolti) interessa eccome. È un monologo che ripercorre la storia di Wikileaks ricordando tutto quel che l’organizzazione giornalistica creata da Assange e da altri attivisti ha pubblicato. Scoop sensazionali, notizie sconvolgenti, informazioni di indubbia utilità pubblica. «Molte cose le abbiamo dimenticate. È stato il gioco del sistema del resto. Distruggere Assange con accuse false, con complotti mediatici, con distrazioni di massa per farci scordare quel che ci ha permesso di conoscere. Nel monologo parlo di Iraq, Afghanistan, Libia, del complesso militare-industriale Usa, della sorveglianza di massa da parte della Nsa, dei memorandum di propaganda mediatica realizzati dalla Cia, dell’industria delle armi e della finanza che la controlla», commenta l’ex parlamentare. È davvero la volta buona. Di Battista sfonderà. Tony Servillo è nel panico. Dibba vuole rubargli la scena e il pubblico. La tentazione di ritornare in pista in politica c’è ancora: prima di sposare la nuova passione del teatro, Di Battista ha fondato l’associazione Schierarsi, riallacciando i rapporti con gli ex grillini delusi. L’ipotesi di una candidatura alle Europee non è definitivamente tramontata. Vorrebbe puntare tutto sulla battaglia pacifista. Dopo l’addio al Parlamento, Di Battista si è cucito l’abito del rivoluzionario in viaggio con zainetto e felpa. Per le strade di Roma o al salone del libro di Torino il dress code è lo stesso. Aveva provato la carriera del reporter, con i suoi documentari dal Guatemala, subito acquistati in esclusiva dal Fatto Quotidiano. Poi ha coltivato il sogno di affermarsi come scrittore. Nel mezzo una parentesi da barista in un lido. E subito dopo è scattata l’ambizione di sfondare in televisione. Al momento però solo Giovanni Floris gli garantisce una presenza fissa nel suo salotto. Tra un libro e un reportage, Di Battista ha tentato (senza troppa fortuna) la strada dell’insegnamento. Qualche corso online e nulla più. Ora restano due opzioni: lo show o la politica. Per un ex grillino non c’è molta differenza.