Avvenire, 9 giugno 2023
Sul poeta americano William Carlos Williams
Negli anni venti del Novecento si concentrò il meglio della letteratura dell’intero secolo. A elencare solo gli autori e i titoli delle opere più importanti si riempirebbe un articolo doppio o triplo di questo. Fra i libri di poesia più dimenticati ce n’è uno di William Carlos Williams pubblicato esattamente cento anni fa, “ Spring and all” (tradotto sia “Primavera e tutto”, sia “Primavera eccetera”). Tanto per capirci subito, Williams è stato in America l’anti-Pound e l’anti-Eliot. Nella sua poesia sono assenti intellettualismo e culturalismo, citazioni dotte, situazioni estreme, lirismi oltranzisti. La sua è l’altra faccia della poesia americana del secolo scorso, quella del quotidiano, dell’osservazione dal vero della gente comune e delle più semplici esperienze. Nessun cosmopolitismo, ma attenzione alla vita di provincia nella quale sembra che niente accada. Williams è stato per tutta la vita un medico, un ostetrico, nel piccolo centro di Rutheford, dal quale non si è quasi mai allontanato. In lui non c’è niente del letterato di professione che guarda alle élites artistiche delle grandi capitali. Lui invece si guardava intorno.
Appartiene alla famiglia dei non-modernisti, come Kavafis, Antonio Machado, Robert Frost, Umberto Saba. Scriveva versi come questi: «Non sono ancora stanco del mistero / di queste strade: i tre cesti / di fiori secchi in alto // sulla vetrata del bar, i gabbiani che girano / sulla fabbrica, la neve sporca». Dice di se: «Non ho mai cercato di posare da poeta. Per me era una cosa sorpassata. Ero piuttosto portato dalla mia educazione alla modestia e alla prudenza del lavoro di medico». L’indipendenza, l’estraneità agli ambienti letterari, lo ha preservato da vari manierismi e dal culto estetico di se come membro di qualche avanguardia di eletti, di veggenti o di provocatori. La sua radicalità era di tutt’altro genere: quella di chi vola basso per non dimenticare la vita della comune umanità.
«Humility is endless» ha scritto Eliot. L’umiltà è stata il primo istinto morale e poetico di Williams