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 2023  giugno 08 Giovedì calendario

Al Papa servirà un mese per guarire

Papa Bergoglio è ritornato in sala operatoria, per un secondo intervento a distanza di circa 2 anni dal primo per diverticolite. Viene spontaneo chiedersi, poteva essere evitato? «L’ernia è la conseguenza della prima operazione. Non è un evento sorprendente», si mette nei panni del collega, Franco Corcione, responsabile della chirurgia oncologica mininvasiva della Clinica Mediterranea di Napoli, presidente emerito della Società italiana di chirurgia. Uno dei maggiori esperti nel campo dei diverticoli.
«Non c’era altra soluzione. Quando è presente una ferita interna sulla parete dell’intestino è possibile si sviluppi un’ernia, la fuoriuscita di viscere attraverso l’incisione. Non si parla di complicanza ma di sequela che prende il nome di laparocele».
Una situazione che si può verificare anche a distanza di anni, evidentemente, e può interessare persone di ogni età. Molto però dipende dall’entità della ferita. Più è ampia più è possibile andare incontro a un disagio, a una complicanza del laparocele. Dolori al ventre o peggio sub occlusione intestinale o addirittura occlusione. Per prevenire questi pericoli bisogna agire, pensare a un trattamento risolutivo.
Forse, anziché una seconda operazione, sarebbe bastata l’applicazione di una fascia elastica per comprimere l’addome ed evitare il peggioramento? Corcione da osservatore esterno lo esclude: «No, quando l’ernia è uscita in modo importante comprimerla sarebbe inutile. L’intervento serve a prevenire ulteriori complicanze e quando il paziente ha molto fastidio. I giovani in genere vengono operati perché la malattia può svilupparsi di nuovo. Gli anziani? Dipende anche dal loro stato di salute».
In ogni caso si tratta di un’operazione delicata, né semplice né banale. «Viene posizionata una rete per chiudere la parete addominale diventata debole dopo l’intervento precedente e per l’età. È una protesi sintetica che deve rinforzare i tessuti ed esserne accettata. Il rischio di rigetto è estremamente basso».
È stata posizionata una rete per chiudere la parete addominale È una protesi sintetica che serve a rinforzare i tessuti
La guarigione richiede tempo. Deve passare almeno un mese perché la protesi deve integrarsi con i tessuti in cui è stata inserita, come in un sandwich. Per il recupero ci vogliono un paio di mesi. Convalescenza in ospedale, 7-8 giorni. «Noi consigliamo al paziente che torna a casa di riprendere gradualmente a passeggiare. La rete non è una panacea. La ripresa richiede molta prudenza», dice il chirurgo.
Il fatto che il Papa abbia problemi nel camminare e per spostarsi utilizzi la carrozzina non aiuta, così come il peso e l’età.
L’intervento di due anni fa, sempre al Gemelli, ha avuto un contrattempo. Cominciò con una laparoscopia poi si decise di continuare con un taglio tradizionale. L’imprevedibile cambiamento di programma può aver condizionato il dopo? Corcione generalizza: «La laparoscopia come trattamento per la diverticolite ha il vantaggio di procurare ferite interne limitate, circa 2 centimetri. Il recupero è più rapido, meno complicanze. Però cambiare strategia non sempre è una sconfitta».