la Repubblica, 8 giugno 2023
Intervista al Mago Forest
Stralunato, cialtrone, fa giochi di prestigio comici, presenta a modo suo: il Mago Forest, all’anagrafe Michele Foresta, conduceGialappaShow su Tv8 (sfiora il milione di spettatori) e Sky, fenomeno di questa stagione tv. Dal debutto con Renzo Arbore aIndietro tutta ,aMai dire gol , Zelig , Che tempo che fa , Lol ,ha ritrovato gli amici Carlo Gherarducci e Marco Santin.
Si aspettava il successo di “GialappaShow”?
«Calcolando tutte le persone che chiedevano: quando tornaMai dire gol ?,lo speravo. Ci vogliono bene, siamo arrivati al momento giusto al posto giusto. Non c’è una formula, si parte con le migliori intenzioni. Ce l’abbiamo messa tutta anche in altre trasmissioni andate meno bene: alla fine è il pubblico che giudica».
Cosa la fa ridere?
«Lo spettacolo più bello è quello della gente. Ed è gratis. Mi piace osservare le persone che non hanno intenzione di farti ridere e sono comiche».
E in televisione?
«Stefano Rapone, che a
GialappaShow fa il portavoce aggiunto al governo Galeazzo Italo Mussolini. Dice cose che possono essere verosimili. Coi politici, purtroppo, a volte basta ripetere pari pari quello che dicono».
Pensa anche lei che vi rubino il lavoro?
«Certo. E non mi riferisco solo al governo odierno, alla destra. A sinistra, ne parliamo? Riescono a spaccarsi su tutto. Poi i politici mi mettono anche profonda tristezza: quando dovevano eleggere il presidente della Repubblica, hanno raggiunto un senso del ridicolo inarrivabile per un comico.
Scrivevano nomi assurdi. Era una cosa seria».
Perché secondo lei?
«È come se puntassero sulla scarsa memoria dell’elettore, che invece si disamora. Ce lo ricordiamo chi avrebbe ammazzato i meridionali e ora vuole fare il ponte sullo Stretto?».
Il più comico di tutti?
«Sono vari. Quelli che difendono a oltranza l’indifendibile sono i miei preferiti. Poi la banderuole, e chi cavalca i like. Non sono più cacciatori di voti, ma di like».
Dove nasce il mago Forest?
«A Radio Nicosia. A scuola facevo sempre lo spiritoso, mi ci mandarono i professori. Facevo un mago esoterico che si occupava di problemi d’amore, salute, e non dava speranza a nessuno. A Nicosia c’era il mago Nino Bonelli, eravamo amici: io facevo la parodia del mago, lui lo era davvero. Giravamo per gli oratori e i teatrini, di nascosto dai genitori».
Quando è diventato un mestiere?
«Ho studiato ragioneria ma speravo di lavorare nello spettacolo: macchinista, aiuto scenografo — papà era carpentiere, ho una certa manualità. Sono partito per Milano, dove viveva uno zio, ho frequentato la scuola “Il palcoscenico”».
Il rapporto con Renzo Arbore?
«Al provino doveva andare un amico, non poteva. Renzo tirò fuori il megliodi me, mi presentai come mago scalcinato, andai a cambiarmi in bagno. È nel mio cuore da quando papà mi portava in campagna per fare i lavoretti. Attaccavo la radiolina a un ramo per ascoltare Alto gradimento . Ogni volta che fai qualcosa credendo che sia una novità, Arbore l’ha già fatta. Pensi aL’altra domenica , è un archetipo.
Faccio bella figura quando uso questa parola».
Ha ritrovato Nino Frassica a “Che tempo che fa”.
«Lo ritengo un mio maestro, l’ho conosciuto aIndietro tutta e per anni abbiamo fatto le serate, ero il suo ragazzo di bottega. Gli sono grato.
Ancora adesso riesce a sorprenderti.
Ci siamo frequentati per un film con Diego Abatantuono. La cameriera a colazione fa: “Abbiamo anche i cornetti senza glutine”. Nino: “A me ne può aggiungere un po’?”».
Nel 2001 l’incontro con la Gialappa’s, alchimia perfetta: cosa vi unisce?
«Il modo di vedere le cose, stiamo facendo l’ennesima puntata di una trasmissione iniziata nel 2001. C’è molto affetto, sono stato testimone di nozze di Gherarducci in Comune, con la fascia del sindaco Sala. C’è questa naturalezza nel confrontarci, un clima bellissimo. Abbiamo ritrovato i vecchi truccatori, gli assistenti di studio, il regista Andrea Fantonelli. È una rimpatriata».
Ha detto: «Il mestiere dellacomicità è superare i paletti».
Nell’era del politicamente corretto come si fa?
«Se una battuta fa ridere la dici, l’importante è non insultare o diffamare. Puoi dire tutto, dipende come e dove, uno show comico non è il Tg1. Capisco la nuova sensibilità culturale, ma le battute sono battute. È solo rock’n’roll, no? È solo cabaret».
A “GialappaShow” c’è più scrittura o improvvisazione?
« Gherarducci ripete: “Sembra che improvvisi perché dici malissimo le battute». Con i miei autori, Claudio Fois, Giovanni Tamburrini e Laura Bernini scriviamo tutto. In onda l’istinto ti porta a improvvisare».
L’uscita di Fazio dalla Rai?
«Mi dispiace che la Rai abbia perso un grande professionista che portava qualità al servizio pubblico, che non è dei partiti, è degli italiani. Piuttosto che perdere Fazio, sarebbe stato meglio aggiungere una voce di destra che fa il suo lavoro».
Prende in giro le sue partner.
Rapporto con le donne?
«Sembrano tutte bellissime grazie a me. Con l’ultima, Cristina Chiabotto, avevo lavorato alFestivalbar nel 2006, c’ era Ilary Blasi. Vedevamo la tv e ci abbracciavamo quando segnavano Totti e Del Piero, bei tempi. Nella vita sono felicemente sposato con Angela, se fossi davvero quello che appaio sarei da rinchiudere».