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 2023  giugno 07 Mercoledì calendario

Claudio Foti parla dopo l’assoluzione



«Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto, si è incrinato il tema accusatorio. In questi anni mi hanno detto di tutto. Mi hanno persino accusato di vestirmi da lupo per spaventare i bambini».
È un fiume in piena Claudio Foti. Per quattro anni ha sperato nella sentenza assolutoria, quella pronunciata ieri sera dalla Corte d’Appello di Bologna e ora che è arrivata ripercorre in modo puntuale, e in preda alle emozioni, tutte le tappe del suo dramma. Era il 27 giugno del 2019 quando il suo nome venne indicato come uno di quelli principali nell’inchiesta sui presunti affidi illeciti nella val d’Enza Reggiana. E Bibbiano divenne il tema centrale del dibattito politico per mesi e mesi.
Si considera riabilitato come uomo e come professionista da questa pronuncia?
«Sì, ma tutto ciò che ho creato è andato distrutto. Ho dedicato anima e cuore per far nascere il centro Hansel & Gretel e la gogna mediatica di questi anni l’ha raso al suolo. Mi hanno accusato di lesioni, proprio io che invece ho sempre difeso i bambini».
Come ha trascorso questo tempo?
«Non scorderò mai il giorno dell’arresto. Vennero a prendermi davanti ai miei figli. Ho subito quattro anni di mortificazioni e nei primi sei mesi la gogna mi ha accompagnato in tutte le giornate. Per difendermi ho dovuto portare in tribunale una valanga di prove: dossier, video, testimonianze. È stato estenuante».
E adesso?
«Questa sentenza mi restituisce la dignità e l’onore che merito. Non ho mai fatto del male ai miei pazienti, li ho sempre aiutati, mettendo a disposizione tutto il mio tempo e il mio sapere. Ora potrò tornare al mio lavoro e alla mia vita».
L’hanno accusata, con i suoi metodi, di aver creato gravi disturbi ai suoi pazienti. E di aver provato anche a ingannare i giudici.
«In questi anni è stata criminalizzata la psicoterapia del trauma, è stata accreditata la narrazione dei bambini rubati alle loro famiglie per essere dati in pasto a coppie omosessuali. Una poltiglia di menzogne, cultura razzista, speculazione politica. Tanti innocenti hanno pagato pesantemente questa caccia alle streghe. Questa giornata impone delle profonde riflessioni politiche e istituzionali».
Che cosa intende?
«La politica, in questa vicenda, ha delle responsabilità enormi. C’è chi ha giocato sulla mia pelle e, soprattutto, su quella di tanti bambini e delle loro famiglie».
A chi si riferisce?
«Tutto il caso di Bibbiano è stato potenziato e gonfiato fino alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna. Qualcuno pensava di fare una nuova marcia su Roma. Si voleva dimostrare che Claudio Foti era contro le cosiddette politiche per la famiglia che alcuni partiti sventolavano come loro vessillo».
Quali partiti?
«Matteo Salvini venne a Bibbiano a tenere un comizio, mostrava l’immagine di un bimbo portato via alla famiglia. Era falsa. Ancora una volta menzogne che suscitano indignazione: voleva essere un attacco mortale a un gruppo sociale».
Quale?
«Ci paragonavano a ladri di bambini, meccanismi che fanno perdere di vista la realtà dei fatti. Mi hanno messo alla gogna pubblica. Le voglio ricordare uno dei tanti episodi che ho vissuto in questi quattro anni: sono stato cacciato da un ristorante di Reggio Emilia proprio per come ero stato dipinto da alcuni personaggi politici».
Anche il Movimento 5 Stelle non è stato tenero con lei.
«Già, il Pd partito di Bibbiano, diceva Luigi Di Maio. Poi ci è andato al governo insieme, ben due volte».
Ma lei non sente di aver nulla da rimproverarsi?
«No».
C’è qualcuno che le è rimasto accanto, in questo tempo?
«Le madri dei bambini che ho curato e conosciuto da vicino. Ecco, la loro stima e fiducia sono rimaste ed è doveroso fare una riflessione: solo chi ti conosce da vicino ti può giudicare e certe affermazioni quindi sortiscono il loro effetto solo su chi si ferma ad un livello superficiale dei fatti».
Adesso che cosa farà?
«Tutto il mio lavoro di decenni è andato distrutto. Ma non finisce qui. Non può finire qui. In questi anni ho scritto molto, adesso è il momento di dare il via a tutta una serie di iniziative. Da questo Paese non voglio un risarcimento economico. Voglio un risarcimento culturale. Girerò l’Italia per raccontare la mia storia. Il primo appuntamento in agenda è giovedì (domani, ndr). Presenterò il mio libro: "Bibbiano, dubbi e assurdità"».
È animato da desiderio di vendetta?
«No, glielo ripeto, voglio una riabilitazione culturale. E mi batterò perché tutti quelli che hanno raccontato delle bugie su di me e sul mio lavoro ne rispondano».