Corriere della Sera, 6 giugno 2023
Il nuovo Spider-Man è nero
Un così alto numero di ragni è forse più adatto ad un horror che a un film d’animazione ma Spider-Man: Across the Spider-Verse regala adrenalina e divertimento senza spaventare.
Quasi 300 versioni diverse di Spiderman infatti popolano il film, diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson e sequel di Spider-Man: un nuovo universo, che nel 2019 vinse l’Oscar per il miglior film d’animazione. Il film globalmente ha già incassato 208,6 milioni di dollari, di cui 120,5 milioni e sale statunitensi e 2,2 milioni in Italia.
Di durata chilometrica per un progetto di animazione – più di due ore e mezza – questo psichedelico lungometraggio riporta in azione uno Spiderman diverso dal classico Peter Parker. Il protagonista è infatti Miles Morales, che nell’originale ha la voce di Shameik Moore.
Scuro di pelle, padre afro-americano, madre portoricana, determinato e molto più muscoloso che nel primo film, Morales ha a che fare con un multiverso popolato da infinite versioni di sé stesso: ispanico, indiano, una versione punk e persino una Spider-woman incinta.
«Abbiamo avuto la libertà di toccare argomenti importanti, come la diversità e l’uguaglianza – ha detto Thompson – ma anche la crescita personale e il rapporto con i genitori. Sono dinamiche universali che rendono questa storia alla portata di tutti. Spiderman è uno di noi, non è ricco, non è un dio, non proviene da un altro pianeta: la sua umanità lo rende amato e popolare». Quando però le tante versioni del supereroe avranno a che fare con una nuova minaccia Miles si ritroverà solo, contro gli stessi suoi colleghi e capirà davvero cosa significa essere un eroe.
«Non si tratta solo di indossare una maschera, ma di decidere cosa fare dei poteri che hai – dice Moore —. Concetto non applicabile solo al salvare il mondo. Potrebbe trattarsi di una telefonata a un amico in difficoltà, ad esempio. Ci vuole poco per essere eroici».