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 2023  giugno 04 Domenica calendario

Intervista a Helen Mirren

MONOPOLI – Non poteva che essere Helen Mirren, diva patrona della Puglia tutta, ad aprire l’Ora! Fest, il nuovo festival di cinema, ambiente, sostenibilità e giustizia sociale diretto da Silvia Bizio (fino al 7). Da quando è arrivata, quasi vent’anni fa, l’attrice, 77 anni, una masseria in Salento, a Tiggiano.
Ha inaugurato il festival, girato uno spot per l’università del Salento. Si sente parte della comunità.
«Io e mio marito (il regista Taylor Hackford, ndr.) ci siamo sentiti subito benvenuti qui, vogliamo dare il nostro contributo alla comunità.
Stiamo facendo del nostro meglio per attirare l’attenzione sulla tragedia della xylella che sta devastando ilSalento e i suoi ulivi. Spero che il Paese e il mondo si rendano conto di quello che stanno perdendo».
Cosa ha scoperto di sé stessa in questi luoghi?
«Qui sento la libertà di essere me stessa, la persona normale che so di essere. Quando sono arrivata ricordo che trattavamo l’acquisto della casa e io mi sono seduta in paese, c’era chi passava in bici, chi parlava, chi pesseggiava, ognuno faceva le proprie cose e io mi sono sentita libera e a mio agio. Accolta con generosità e gentilezza».
Ha girato con Virzì e Zalone.
«La mia storia con il vostro Paese è iniziata con il cinema. Mi piacevano i film hollywoodiani ma non avevo capito la capacità del cinema di raccontare storie e immergersi in una cultura finché non ho conosciuto i vostri autori, Antonioni, Fellini. Se devo pensare a un’attrice che per me è stata fonte di ispirazione penso a Anna Magnani. Mi piacerebbe diventare un’attrice onoraria italiana, putroppo non si può e così sono una contadina onoraria».
Quando ha sviluppato questo amore per la campagna?
«Sono cresciuta in una città-dormitorio, senza verde. Ho scoperto la natura quando recitavo Shakespeare a Stratford-on-Avon, nel mezzo della campagna britannica. Mi sono innamorata dell’agricoltura.
Non è la mia professione, il mio lavoro mi porta nelle città, negli studios, in posti diversi. Ma posso contare su mio marito, vero leader della nostra coltivazione di melograni, ora anche avocado e ulivi.
Abbiamo avuto grandi danni e sostituito gli alberi con varietà più resistenti».
Tra gli applausi del pubblico alla Mostra di Venezia per The Queen lei alzò le braccia...
«Mio dìo, sì, mio marito ancora mi sbeffeggia per il “momento Evita”».
Quel ruolo le è valso l’Oscar. Ora Elisabetta II non c’è più.
«Un viaggio straordinario, partito da Venezia e arrivato agli Oscar. Non avrei voluto mai vedere la morte della regina, era una guida, ha tenuto unito il nostro Paese e la nostra cultura. Perderla è stata dura».
La pioniera della serie “1923” è un personaggio altrettanto iconico?
«Una sfida nuova, il grande western, affiancare Harrison Ford, interpretare la quintessenza dell’America dopo aver incarnato la quintessenza britannica. È una storia d’immigrazione che guarda a quelli che oggi arrivano da Paesi come Iraq, Siria. Volevo restituire il coraggio, la forza degli immigrati».
Lei è amata dai giovani.
«Forse perché accetto le sfide, faccio cose rischiose, spero sorprendenti».
Sarà la voce narrante di “Barbie”, di Greta Gerwig.
«Greta è un’amica, ci siamo divertite. Ma non ho mai avuto una Barbie: quando l’hanno creata ero già troppo grande».