Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  giugno 04 Domenica calendario

Intervista ad Antonella Elia

Ride spesso, ma poi si commuove fino a piangere. Antonella Elia è spiritosa, anche autoironica, incarna quella leggerezza che ha sempre portato in televisione e che è stata la sua fortuna. Il lato giocoso, da oca (parole sue). Per indole o per contratto, alimentando il dubbio. Infanzia e adolescenza sono state, a dir poco, in salita: «Mia mamma è morta quando avevo un anno e sono cresciuta con i nonni fino ai sei anni, poi mio papà – che per me era un perfetto estraneo, mi veniva a trovare ogni tanto – ha deciso di portarmi a vivere con lui, forse per gelosia nei confronti di chi mi cresceva, ed è stato un grande strappo. La nonna era mia mamma per me. Mi ha portato in una casa che era bella, ma allo stesso tempo triste e buia, dove si sentiva il vuoto della perdita di mia madre».
Poi suo padre è morto in un incidente d’auto quando lei aveva 15 anni. Tornò dai nonni?
«No. Lui aveva litigato selvaggiamente con loro e non li ho visti per anni. Nel frattempo si era risposato e ho vissuto con sua moglie, ma i rapporti con lei, senza la presenza di mio papà, si sono rovinati subito... a 18 anni la prima cosa che ho fatto è stata andarmene di casa».
Via di casa a 18 anni. Che ha fatto?
«La modella. Un po’ perché avevo bisogno di lavorare, un po’ forse per egocentrismo. Facevo pubblicità per la tv e intanto mi dedicavo alle mie grandi passioni: studiavo recitazione, canto e danza».
Il primo lavoro in tv è subito un botto: «La Corrida» di Corrado.
«Il mio sogno era fare l’attrice, facevo continui provini per il cinema, ma non mi prendevano. Invece Corrado mi ha preso al volo».
Come colpì Corrado?
«Lo facevo ridere, amava molto le mie gaffe naturali, puntava molto sull’improvvisazione e usava la mia goffaggine per fare spettacolo come poi è successo anche con Raimondo e Mike».
All’epoca faceva teatro, sognava il cinema, ma finì in serie B, la tv...
«La tv per me era terrorizzante, avevo paura di apparire, quando scendevo le scale morivo dalla vergogna. Però rispetto alla tournée teatrali a cui ero abituata la tv era un mondo privilegiato. Quando lavoravo per il teatro dividevo la camera con tre ragazze».
La tv era ricca...
«Infatti è quello che mi ha fregato. Mi dicevo, sai che c’è? Chi se ne frega del teatro... Le uniche tournée fighe che ricordo erano quelle dei musical, perché cantanti e ballerini sono simpaticissimi, gli attori di prosa invece sono un po’ pesanti, di una pesantezza infinita, due palle proprio. Ora se la prenderanno, permalosi come sono... ma lo devono sapere».
Arrivò a «Non è la Rai», ma era «vecchia».
«Avevo 27 anni, le altre ragazze 15-16. Stavo facendo un programma con Jocelyn e mi hanno tolto a metà dalla sua trasmissione per andare a Non è la Rai. Jocelyn non la prese benissimo, se la legò al dito... Boncompagni mi scelse perché lo facevo ridere».
Come visse quell’anno di popolarità accesa, violenta?
«Io la popolarità l’ho sempre vissuta un po’ male, non ho mai pensato che fosse una figata, anzi mi innervosiva questo marasma di ragazzini in delirio che ci aspettavano fuori dagli studi. Facevo anche tante serate in discoteca, ma mi sentivo strana ad andare in un locale a firmare autografi ed essere pagata per questo. Mi chiedevo: ma come è possibile? Vado lì, non faccio niente per un’ora, e mi pagano».
Quanto la pagavano?
«Tantissimo, anche cinque milioni, o forse quattro. Cifre esorbitanti... Ero piccola, avevo 27 anni e lei dirà, mica tanto piccola, ma io ho avuto uno sviluppo non regolare, ho sempre avuto 20 anni di meno dell’età biologica. Ero sovrastata da tutta questa popolarità, mi destabilizzava. Ti fai delle domande: ma veramente merito, valgo tutto questo? La stessa follia mi accadde dopo la prima Isola dei famosi, con paparazzi e persone comuni che mi inseguivano».
Ha fatto anche tre anni di «Pressing» con Vianello. Una trasmissione di calcio senza sapere niente di calcio. La famosa competenza...
Sorride: «Quella che io ritengo di non avere mai, lì era l’apoteosi. Raimondo voleva assolutamente che io non sapessi nulla di calcio, io andavo a vedere le partite di domenica con Raimondo e il gruppo di autori, e lui mi diceva: si faccia le unghie, non si preoccupi del pallone. La sera ero disperata, andavo in onda e cercavo di dire qualcosa, ma qualsiasi cosa dicessi Rimondo la usava per far ridere».
Quindi svampita per professione o per Dna?
«Dovete dirlo voi. Svampita per professione sicuramente, perché tutti quelli con cui ho lavorato chiedevano che io fossi goffa e facessi ridere, nessuno mi istruiva per essere seria, compita e professionale».
Lei nemmeno ci provava...
«Io ci marciavo, mi faceva comodo e mi era richiesto. Se avessi detto cose sensate Raimondo mi avrebbe cacciato. Certo rivedendomi adesso, mi dico: ammazza quanto ero oca, mi imbarazzo vedendomi, mamma mia; va beh che ero ragazzina, ma avevo già 30 anni».
Che per lei sono dieci però.
«Anche questo è vero. Sento un certo imbarazzo rivedendomi, sembro una 30enne adolescente. Sì, ero proprio oca».
Ora non è più oca?
Ride: «Me la sono cercata... diciamo che oggi riesco a reggere i ruoli un pochino più seri, quindi sempre oca resto, ma c’è più professionalità e pelo sullo stomaco».
Gli anni Novanta per lei furono strepitosi: Corrado, Vianello e pure Mike Bongiorno, che la chiamò alla «Ruota della fortuna». Lo stregò sempre grazie all’ocaggine?
«Sì, assolutamente. In realtà io non volevo fare La ruota, ero all’apice della carriera e andare e girare le caselle mi sembrava tornare indietro. Tutti pensano che io sia rimasta lì dieci anni, ma fu un solo anno. Di fuoco. Successe di tutto».
Lele Mora
Quel genio del mio agente mi mandò a fare una trasmissione stupidissima su Tmc, ma io avevo l’esclusiva con Canale 5. Mediaset
mi strappò il contratto
Perché accettò nonostante pensasse fosse un passo indietro?
«Mike mi chiamava tutti i giorni e cercava di convincermi, alla fine ho ceduto, mi sembrava scortese rifiutare».
Oggi diventerebbe virale la scena in cui lei si complimentò con la concorrente animalista che rifiutò la pelliccia vinta grazie allo sponsor... Mike la insultò e la invitò ad andarsene, lei rispose piccata: «Certo che me ne vado».
«Mike si arrabbiò da pazzi, me ne disse due o tre, io mi misi a piangere e lui mi fece chiamare in camerino: “Ma perché te la prendi tanto? Ti ho solo detto che sei rincoglionita”. E mi abbracciò. Mike mi voleva bene, come Raimondo e Corrado».
Era all’apice e decise di andare a fare teatro.
«Errore fatale lasciare la tv per andare a fare La bella e la bestia a teatro, un schifezza di spettacolo, perché purtroppo io cantavo e non sono brava a cantare. Fu un disastro, lì ho distrutto la mia carriera».
Anche perché nel frattempo accettò di andare anche a Telemontecarlo.
«Quel genio del mio agente, Lele Mora, mi mandò a fare una trasmissione stupidissima, quel genio sosteneva che Tmc sarebbe stata il nuovo polo, ma io avevo l’esclusiva con Canale 5. Così Mediaset mi strappò il contratto in faccia, Mike era arrabbiatissimo: ti ho lasciata libera per andare a fare teatro e tu vai con la concorrenza. Tu con noi hai chiuso!».
Che ha fatto quindi?
«Sono andata a Los Angeles a vivere tre anni per studiare recitazione, con il solido obiettivo di fare l’attrice. Ma anche lì ho fallito».
In effetti Pupi Avati le disse che non sapeva recitare. Aveva ragione?
«No, ma quando mai... Il provino andò da schifo, lui mi aprì in due e solo quando mi misi a piangere mi disse: vedi adesso sei credibile».
Ma non servì, non la prese...
«Ovvio che no, con lui recitano solo i grandi e io ero troppo piccola e cagna per lavorare con lui. Che poi, era una fiction che ho anche visto, niente di che, poteva pure prendermi senza farla tanto lunga».
È fidanzata con l’attore Pietro Delle Piane. Vi sposate?
«Ho deciso di no. Per ora. Poi si vedrà».
Lui però gliel’ha chiesto due volte.
«Ho detto sempre sì, perché è scortese dire di no. E poi nei sogni sarebbe bellissimo sposarsi».
Lui ha 10 in meno. Pesa la differenza di età?
«Sì. Non riesco ad accettare l’idea che il mio uomo improvvisamente mi veda brutta e vecchia. Io tra dieci anni ne avrò 70, lui 60, sarà nel fiore... mi viene da piangere».
Non pianga, che mi commuovo anche io, lui la amerà comunque.
«Dieci anni sono tantissimi, invecchiare mi fa molta paura, è inaccettabile che mi veda crollare a pezzi... Io ho sempre vissuto randagia, non ho avuto una famiglia, e forse proprio per questo non l’ho ricreata».
Torniamo alla tv. Ha vinto un’«Isola dei Famosi» nel 2012, ma tutti si ricordano quella del 2004. La lite con Aida Yespica fu un cult.
«Due spintoni e due tirate di capelli, ma per fortuna me l’hanno tolta di dosso, se no mi faceva nera. Faceva paura: si è trasformata, le è uscita anche la voce diversa, si è rivelata».
Lei è manesca?
«Vorrei. Ma non si può, non è socialmente corretto. Però due sberle le darei con gran piacere quando litigo con qualcuno».
Che ricordi ha dell’«Isola»?
«Io adoro l’Isola dei Famosi. C’è passione, divertimento. La farei tutta la vita. Cosa fai di professione? L’Isola dei Famosi. Io adoro stare nella natura selvaggia. E poi io sono nata per condurre l’Isola, sarei la regina. Quando la guardo mi chiedo: ma perché non la conduco io?».
Sarebbe più brava di Ilary Blasi?
Ride. «Beh certo, non c’è il minimo dubbio. Scherzo, dai. Forse sarei talmente caotica che non si capirebbe niente, quindi non sarei adatta a fare la conduttrice, troppo casinara».
Quindi lei cosa è brava a fare?
Scoppia a ridere. «Niente».