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 2023  giugno 04 Domenica calendario

Stalking, arriva il braccialetto elettronico per i reati spia

Una stretta sulle misure per tutelare le donne vittime di violenza, a tutto campo. A cominciare dal rafforzamento del braccialetto elettronico che potrà essere imposto anche per i cosiddetti «reati spia», il reato di stalking in cima alla lista, insieme alle minacce, alle ingiurie, agli atti persecutori. Una stretta urgente, necessaria, la storia di Giulia purtroppo è soltanto l’iceberg in un mare di sangue. I dati purtroppo non cambiano, sono sempre gli stessi, implacabili, feroci, da troppi anni ormai: ogni tre giorni in Italia c’è una donna che viene ammazzata, quasi sempre per mano di un partner. Le leggi che provano a combattere questo orrore ci sono. Ma evidentemente non sono bastate. Si può e si deve fare di più.
Il nuovo provvedimento
Ecco perché sul tavolo del Consiglio dei ministri arriverà un pacchetto di provvedimenti, misure urgenti, necessarie: probabilmente la discussione a Palazzo Chigi avverrà nella prossima seduta. Sono racchiusi in un disegno di legge i dieci articoli per rafforzare le misure esistenti e per sanare le criticità della normativa vigente. Sono tre i ministri che ci hanno lavorato: quello dell’Interno Matteo Piantedosi, quello della Giustizia Carlo Nordio e quella della Famiglia, delle Pari opportunità e della Natalità Eugenia Roccella che è anche la coordinatrice del tavolo che è stato istituito a febbraio e che in questi mesi ha lavorato per stilare, appunto, questo disegno di legge.
Braccialetto elettronico
Si parte proprio dal braccialetto elettronico. Con il nuovo provvedimento verrà imposto agli autori della violenza non soltanto per i reati conclamati, ma anche in forma preventiva, per quelli che vengono chiamati «reati spia» perché, appunto, sono la spia di una violenza in famiglia che in troppe occasioni rimane sotto traccia. Un esempio, per capire. Quelle donne che sono piene di lividi e si fanno schermo con le scuse impossibili come «sono inciampata e sono caduta dalle scale», ed è difficile capire se ciò è dettato dal terrore o dalla speranza che il marito, il compagno, il fidanzato tornerà ad amarle come prima. Poco cambia. Il braccialetto elettronico è il primo passo, se verrà rifiutato si passerà a misure più severe. In primis l’obbligo quotidiano di firma alle forze dell’ordine.
A fronte di una denuncia di violenza, il questore può emettere un provvedimento di ammonimento per il partner violento: il divieto di avvicinarsi al domicilio della vittima. Questo disegno di legge prevede che la distanza minima sia aumentata. E che la misura possa essere accompagnata dal braccialetto elettronico, così da verificare se l’uomo violento rispetta la distanza. Altro aspetto: la difficoltà delle donne ad arrivare in commissariato per sporgere denuncia. Aiutarle è uno dei passi allo studio per arginare il fenomeno della violenza che subiscono. La ministra Roccella ha pensato a un aiuto concreto per permettere loro di prendere coraggio: il microcredito di libertà. Ovvero un piccolo aiuto in denaro per mettere su una attività e sganciarsi economicamente dal marito.
La raccolta dati
Ma quante sono le donne che hanno paura? Quante quelle che sporgono una denuncia e poi non si fanno più vedere? I dati sono fondamentali per quantificare il fenomeno: al ministero della Famiglia stanno ora procedendo ai decreti attuativi della legge sulla raccolta dati, e questo avviene dopo la campagna con le Poste italiane per pubblicizzare il 1522, il centralino per la denunce della violenza. In questo senso è stato attivato anche l’osservatorio per vigiliare sulla violenza alle donne: era stato istituito dal ministro della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia, ma è diventato operativo con il ministro Nordio. Su indicazione del dicastero della Famiglia sono stati aumentati anche i fondi per i centri antiviolenza, dieci milioni in più: oggi sono 45 milioni da 35 milioni che erano.