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 2023  giugno 03 Sabato calendario

Intervista ad Alessandro Cattelan

Stasera c’è Cattelan, ma non in tv. Sul palco dell’undicesima edizione di La grande invasione, il festival della lettura di Ivrea, il conduttore si presenta nei panni di editore. Un’esperienza iniziata lo scorso ottobre fondando la Acc?nto e affidandone la direzione allo scrittore (e suo collaboratore di lungo corso) Matteo B. Bianchi. «L’ho scelto dopo una gag degna di Aldo, Giovanni e Giacomo», ride Cattelan. «Chiacchierando con lui, a un certo punto gli chiedo se conosce qualcuno bravo che possa ricoprire quel ruolo. Lui mi guarda stupito e mi dice solo: “Ale. Io"».
Perché ha voluto regalarsi una casa editrice?
«Era un sogno che avevo da tempo. Visto che ho sempre lavorato per committenti, arrivato a quarant’anni volevo sperimentare la dimensione del lavoro imprenditoriale. Ho pensato di farlo in un mondo che conosco, quello dei libri. Essendo un discreto lettore, mi pareva il luogo più adatto».
Quanti siete in editrice?
«La squadra l’ha messa in piedi Matteo, con un effetto domino che ha portato a scegliere i collaboratori uno dopo l’altro. Siamo ancora pochini, ma mi piace pensarci come un piccolo A-Team».
Lei lavora con la parola detta, cantata e scritta. Con quale si sente più a suo agio?
«Tutte e tre. Perché quella detta è il mio lavoro, quella cantata mi emoziona di più e quella scritta mi intrattiene. In ogni caso, alle parole preferisco l’azione».
Gli scrittori che le hanno cambiato la vita?
«Chuck Palaniuk. Brett Easton Ellis. Raymond Carver. Jeffrey Eugenides. Pur con le loro grandi diversità, rientrano in quella corrente minimalista americana capace di raccontare piccole cose dietro cui si nascondono grandi trame. È il loro tratto che mi affascina di più».
Perché un’esperienza come la sua Mtv, quella degli anni Duemila, oggi sarebbe impossibile da ripetere?
«Perché è arrivato Internet e ha cambiato il mondo. I ragazzi di quell’epoca sono stati segnati da quei programmi, i ragazzi di oggi lo sono dai social network. Certo, se mi chiedi quale dei due modelli preferisco ti dico senza dubbio Mtv. Personalmente non credo che le generazioni siano tanto più intelligenti o stupide l’una dall’altra, anzi, a vent’anni si è tutti scemi, com’è giusto che sia. Lo eravamo anche noi. Però mi sembra che allora ci fossero più contenuti, che addosso ti rimanesse qualcosa di più».
Come si vede in una dimensione parallela in cui non fa il conduttore?
«Sempre in tv, a fare il commentatore calcistico su Dazn o Sky, al termine della mia trentennale carriera da calciatore».
La sua serata ideale?
«Da quando ho le bimbe stare a casa con loro in tranquillità mi sembra un sogno. Poi le metto a dormire e guardo un film con mia moglie. Tempo quattro minuti, lei si addormenta e io gioco alla Playstation».
«I figli si insinuano nella tua mente in modo subdolo». Lo scriveva Mattia Torre nel monologo recitato in “EPCC a teatro”. Capita anche a lei con Nina e Olivia?
«Adesso siamo un po’ usciti da quella fase, ma quando le bimbe erano più piccole io e mia moglie non vedevamo l’ora di poter uscire due ore da soli. Salvo poi trascorrerle a parlare di figli, guardando le loro foto sul cellulare». —