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 2023  giugno 03 Sabato calendario

Quelli che i fatti non contano

Leggendo il bell’articolo di Luigi Manconi sul negazionismo climatico ho pensato quanto sia diventato difficile (ma forse lo è sempre stato) discutere di questo e altri grandi argomenti che dividono aspramente gli esseri umani. Manconi, per capire ciò che muove i negazionisti, applica categorie che non sono le loro: la psicologia, la complessità, la rimozione, la gracilità dello spirito civico, la scarsa fiducia in se stessi.
Il problema è che quasi tutte queste categorie non sono familiari ai negazionisti climatici. Le considerano “fisime” di chi antepone la conoscenza, l’analisi, la cultura, la scienza alle pulsioni: o per lo meno cerca di farlo. Al contrario nel negazionismo, e nel fanatismo in genere, c’è un primato pulsionale indiscusso. Emotività, pensiero corto e potente, fede cieca in ciò che fa comodo e odio per ciò che è scomodo (per esempio le decine di migliaia di studi scientifici sul cambiamento climatico).
Manconi, dunque, pensa e scrive cose che appartengono al pensiero (maggioritario? speriamo…) di chi cerca di tenere conto anche della realtà, non solamente del sé.
Scrive, proprio come faccio io, per chi negazionista non potrà mai essere, perché tiene entrambi i piedi nel mondo dell’evidenza.
Per dirla come al bar: a che serve un’analisi intelligente della stupidità? Per dirla meglio, con le parole del filosofo tedesco Byung Chul Han: “Quando Donald Trump (leader mondiale dei negazionisti climatici, ndr) afferma disinvoltamente qualsiasi cosa gli convenga, non è un classico bugiardo che distorce le cose.
Piuttosto, è indifferente alla verità dei fatti. Coloro che sono ciechi ai fatti e alla realtà rappresentano un pericolo maggiore per la verità rispetto ai bugiardi”.