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 2023  giugno 03 Sabato calendario

Intervista a Bjork

Fantasiosa e sperimentatrice, teatrale e giocosa. Da 30 anni la musica di Björk crea nuovi mondi, avvolti nella sua voce che è insieme potente e bambina. Con lo show «Cornucopia», che segue l’uscita dell’ultimo disco «Fossora» e farà tappa il 12 settembre a Milano e il 23 a Bologna, l’artista islandese alza ancora l’asticella, unendo suoni, immagini e tecnologia ai massimi livelli.
Che idea aveva quando ha creato questo spettacolo?
«Ho fatto il tour di “Biophilia” con il palco al centro, detronizzando i musicisti. Poi ho fatto “Vulnicura” con una versione in realtà virtuale, come un’opera solitaria su una delusione amorosa. E in un certo senso “Cornucopia” è una continuazione di tutto questo. Ho lavorato molto con il surround sound, portandolo sul palco e rendendolo “teatrale”. Quindi in breve “Cornucopia” è teatro digitale per il 21esimo secolo».
Ci può essere emozione nel digitale?
«Quando si tratta di quel che viene dal cuore, non c’è differenza fra digitale o analogico. Se un musicista mette dei sentimenti nel proprio lavoro, allora ci sono delle emozioni».
Quanto sono importanti i visual nella sua musica?
«Ho l’impressione che per molte persone gli occhi siano più allenati delle orecchie. Quindi se un musicista crea un’estensione visiva del proprio lavoro, può diventare una scorciatoia che porta alle canzoni. Mi sembra di essere lentamente migliorata a far sì che i visual rappresentino la mia musica e ho una connessione più naturale possibile con questo aspetto. Non è separato dalle canzoni, ma crea una maggiore sinestesia».
L’intelligenza artificiale è una minaccia per gli artisti?
«Come gran parte degli strumenti, non è lo strumento in sé a essere diabolico, ma quel che ne fai. E ogni volta che gli umani inventano qualcosa di nuovo devono affrontare la moralità di come lo si possa utilizzare, per il bene o per il male. Non c’è bianco o nero nel provare a dare una risposta. A prescindere che si tratti di utilizzare il fuoco, il telefono, Internet o l’intelligenza artificiale, c’è sempre lo stesso dilemma: non è lo strumento, ma come lo usi».
Nel suo show compare anche un video di Greta Thunberg: cosa pensa della sua generazione di attivisti?
«Penso che sia incredibile! Ma tutti noi dobbiamo unirci a lei e fare di più».
I suoi ultimi dischi sono piuttosto sperimentali. Non teme che una parte del suo pubblico potrebbe trovarli troppo difficili?
«No, a dire il vero no. Penso che tutti i miei album siano ugualmente sperimentali e non sperimentali».
Quando ha cominciato, l’industria musicale era molto diversa. Oggi, tra streaming e social network, le sembra più semplice o più complicato per gli artisti?
«Prima di tutto penso che i servizi di streaming debbano pagare di più i musicisti, questo è certo. Penso che con Internet alcune cose oggi siano più complicate e altre più semplici. Un tempo dovevo volare da Paese a Paese per fare le interviste ed era estenuante, ora si può fare quasi tutto online. È anche liberatorio poter avere una voce sui propri account social senza doverla tradurre attraverso i media. Ma può anche essere opprimente per una persona giovane».
In passato ha parlato del sessismo nel mondo della musica. Ha visto dei miglioramenti?
«Sì, ma c’è ancora molta strada da fare».
C’è qualche consiglio che darebbe alle giovani artiste?
«Mi pare che le ragazze siano così bene informate che non abbiano bisogno del mio aiuto. Quando avevo 20 anni non c’erano i computer, mentre ora si può fare tutto da casa. Questo è stato davvero rivoluzionario per il movimento femminista: non c’è più bisogno di andare per forza in studio, come negli anni Settanta, un luogo purtroppo spesso abbastanza sessista, né di dover tradurre tutte le tue idee attraverso un team di tecnici e assistenti uomini, cercando di non diventare un oggetto. Mi sento molto fortunata di far parte di una generazione che ha trovato una via d’uscita da tutto questo. Non vedo l’ora di sentire tutta la nuova musica scritta dalle donne».
Anche sua figlia, 20 anni, ha cominciato a pubblicare della musica: le fa piacere che si stia dirigendo verso una carriera artistica?
«È molto giovane. Qualsiasi cosa deciderà di fare, io ne sarò felice».