Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  giugno 03 Sabato calendario

Su "Elp" di Antonio Manzini (Sellerio)

Ogni bentornato può sembrare il complimento reiterato e un po’ stucchevole di chi si spreca in eccessi di riguardo. Però è davvero così, con gli ormai familiari antieroi di Antonio Manzini. Come le ciliegie, un romanzo tira l’altro, e i tempi d’attesa diventano il gioco di lontane stagioni spensierate in cui si aspettava l’arrivo di una nuova bella estate. D’Intino, Casella, Deruta, Sandra, Brizio, Furio, Fumagalli… Quasi la litania di una formazione di calcio recitata a memoria, su su fino al capitano della squadra, rauco, burbero, scostante ma concreto vicequestore Rocco Schiavone, che a questo punto direbbe, «sticazzi, avete finito con le smancerie?».

Era così, tanto per rispolverare la memoria di una bella amicizia letteraria, quella che in questo nuovo appuntamento – ELP - vede tutte le pedine del gioco di Manzini impegnate a fondo in una questione all’apparenza goliardica, che diventa invece presto un affare di sangue, e non dei più semplici da risolvere. Rocco misura le strade di Aosta con la fedele Lupa al guinzaglio, in una fine inverno d’attesa in cui i sentimenti si sono arenati dopo la storia mai veramente concretizzata con la giornalista Sandra Buccellato. È ancora fresca la memoria del tradimento di Sebastiano, l’amico fraterno scomparso chissà dove lasciando alle spalle solo brutti ricordi, e non saranno certo le intemperanze di un gruppo di ambientalisti mascherati che liberano polli, mucche e maiali sulle autostrade in varie zone d’Italia, a rompere la routine del commissariato di Aosta e dei suoi estemporanei addetti alla sicurezza dei cittadini.

L’Esercito di Liberazione del Pianeta (ELP) si muove sull’onda di una protesta a suo modo giustificata, contro i danni causati dall’uomo, le multinazionali, gli affari sporchi e quant’altro contribuisce ad avvelenare il mondo. L’unico caso in cui si trovano invischiati Schiavone e i suoi uomini riguarda la presunta violenza domestica perpetrata dal rustico valligiano Bobo Novailloz nei confronti della moglie Monica, una questione che Rocco ritiene di aver risolto, in modo non proprio ortodosso, con una testata e qualche cazzotto che dovrebbero ottenere il risultato di rimettere in riga il coniuge violento. Ma quando poi il tizio viene ritrovato cadavere accanto a una piazzola ai confini con la Svizzera, la faccenda assume tutta un’altra piega. Bobo è stato chiaramente ucciso, e da qui si avvia una ricerca che comincia dalle domande al cognato carrozziere del defunto e arriva molto più in alto, in una ramificazione di interessi che ovviamente lasciamo scoprire al lettore.

Come se non bastasse, la routine di Rocco e dei suoi uomini viene nuovamente interrotta dalla distruzione del negozio di un tassidermista, un tipo di violenza che la ELP non aveva mai perpetrato. E che dire di quel singolo ambientalista con barba e cappuccio che pesta a sangue due operai in un bar accoltellandone uno a una gamba? Acqua aria terra fuoco: sono i simboli della protesta della ELP, che però sembrano travalicare un po’ stranamente le simpatiche, seppur caotiche, manifestazioni plateali precedenti.

Quando poi, per ultima - ma è solo l’inizio di un altro torbido percorso – una bomba piazzata in una busta fa a pezzi il titolare della CDC, rinomata ditta di pellami della valle, allora Rocco comincia a pensare che forse qualcuno sta utilizzando la ELP per programmare i suoi intrallazzi, soprattutto considerando che la ditta era in regola con tutte le normative ambientali. E da qui la caccia si scatena, mettendo in dubbio fino alla fine ogni dettaglio e ogni intenzione dei sospettati.

Sono infatti tanti e variegati i personaggi che ruotano intorno ai due delitti – tra loro estranei – di Bobo Novailloz e del titolare della CDC Simone Ferrazzi. Il compito di Schiavone e dei suoi non è semplice, tant’è che Rocco richiama da Roma i fidati Brizio e Furio, che di infrangere la legge per riportare la legalità – un bel controsenso – non hanno alcun timore. Mettiamoci poi i problemi di cuore del povero D’Intino, che si ritrova in casa la probabile fidanzata arrivata dal paesello – Pupa – alla quale è appiccicata l’invadente madre, donna Natalina, l’imminente processo al povero Italo, una rapina malriuscita ai danni di trafficanti di droga e tanto altro, e il piatto – abbondante, ricco, soprattutto digeribile – è servito. Manzini scrive con la leggerezza dei grandi narratori e la naturalezza di chi sa dove andare a cercare la storia giusta, per raffigurare le paure e i cambiamenti sociali, le ansie e i sentimenti di persone vere, concrete, da sincera e sempre più intensa commedia umana. E non si venga a dire che è poco, sticazzi!