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 2023  giugno 02 Venerdì calendario

Brennero bloccato

Il transito bloccato dei mezzi pesanti sul Brennero, con code fino a 50 chilometri, fa salire la tensione fra Austria e Italia, con la Germania per una volta schierata con Roma, in un muro contro muro che neppure la mediazione dell’Ue riesce ad ammorbidire. Matteo Salvini ha invitato la Commissione ad avviare una procedura di infrazione nei confronti di Vienna a causa dei divieti imposti dal Tirolo che provocano code lunghissime persino nella vicina Baviera, soprattutto in occasione degli esodi dei turisti tedeschi per le vacanze, prima a Pasqua e ora per la Pentecoste. Il braccio di ferro tra Tirolo e Baviera sulla circolazione dei camion non conosce pause. L’Austria ha istituito quello che viene chiamato “punto di dosaggio” per i mezzi oltre 7,5 tonnellate nei pressi di Kufstein sull’autostrada A12, l’arteria che dalla Baviera, passando da Innsbruck, si allaccia alla A13 e porta in Italia, dove prende il nome di A22 del Brennero. Possono transitare un massimo di 300 camion all’ora. Se questo limite viene raggiunto i camion devono fermarsi. Si creano così code lunghissime, il 9 gennaio se n’è formata una di 900 mezzi, ma gli incolonnamenti riguardano anche il resto del traffico che ha a disposizione una sola corsia. Gli ingorghi spesso arrivano fino all’autostrada A8 che collega Monaco di Baviera con Salisburgo.
In giornate come quella di oggi, in cui per la Festa della Repubblica in Italia è vietata la circolazione dei mezzi pesanti, l’Austria, o meglio il Tirolo, applica il divieto di circolazione a tutti i camion sulle autostrade che lo attraversano verso il Brennero. In pratica i mezzi pesanti non possono arrivare in Alto Adige e non possono andare in Germania attraverso le autostrade tirolesi. Salvini ha definito inaccettabili questi divieti. E gli ha dato man forte il ministro tedesco dei trasporti, Volker Wissing, che imputa alla scelta austriaca le code di 50 chilometri che si vanno a formare sulle autostrade bavaresi. Secondo Salvini in questo modo si viola il principio di libera circolazione di persone e merci. È «impensabile che si blocchi l’ingresso al Paese, il corridoio del Brennero non appartiene solo ad Austria, Italia o Germania, ma è importante per tutta l’Europa», ha dichiarato, e sottolineato che ci sono tutti gli elementi per chiedere una procedura di infrazione nei confronti del Paese alpino. Germania, Paesi Bassi, Romania, Repubblica Ceca, Lituania e Bulgaria sosterranno l’Italia. «Il Consiglio dell’Ue dovrebbe prendere atto che la situazione al Brennero – dice il ministro – è economicamente ed ecologicamente insostenibile. Chiediamo alla Commissione Ue di intervenire come custode dei trattati per ripristinare il diritto alla libera circolazione delle merci per tutti i cittadini europei».
La sua controparte austriaca non fa una piega. Dopo i colloqui in Lussemburgo, Leonore Gewessler, l’esponente dei Verdi che oltre che della mobilità ha anche la responsabilità dell’Ambiente, della Protezione del Clima e dell’innovazione, ha aspramente criticato il comportamento dell’Italia e della Germania. «È ora che i nostri vicini riconoscano finalmente il problema del transito dei mezzi pesanti e che si lavori in modo costruttivo per trovare delle soluzioni», ha ribattuto: «Non è possibile che l’Austria si faccia sempre carico da sola della situazione e della sua responsabilità». Secondo la ministra, soprattutto l’Italia dovrebbe concentrarsi su opzioni più rispettose del clima, in particolare sul trasporto su rotaia: «Farebbe bene al clima e alleggerirebbe la situazione al Brennero». Gewessler continua a fare affidamento sul “sistema degli slot”, cioè di un transito organizzato digitalmente tramite prenotazioni per la gestione del traffico pesante, idea che ha già visto un accordo preliminare tra Tirolo, Baviera, e Alto Adige. Il numero di slot dovrebbe essere definito, come avviene per i porti, in base alla capacità massima dell’infrastruttura, senza discriminazioni di nessun genere. Le regioni, secondo la ministra austriaca, dovrebbero spingere anche le loro capitali, Roma e Berlino, ad attuarlo. «Con le misure di emergenza che abbiamo intrapreso noi abbiamo già assolto il nostro compito», ora tocca ai Paesi vicini fare la propria parte