la Repubblica, 1 giugno 2023
Intervista a Michele Guardì
Sul tavolo, nel salone che si affaccia sulla terrazza fiorita, c’è una pila di
Domenica del Corriere, con le illustrazioni di Walter Molino.
«Prenda la copia sotto» dice orgoglioso Michele Guardì, «c’è l’immagine della processione che si tiene al mio paese, Casteltermini».
Vive a Roma da una vita, la Sicilia e il suo paese a pochi chilometri da Agrigento gli sono rimasti nel cuore. Il regista-autore, scrittore, che da 33 anni guida I fatti vostri,piazza televisiva che veleggia al 10% di share, l’inventore diUnomattina che cambiò le abitudini degli italiani nel 1986, il creatore di Europa Europa, il 5 giugno compie 80 anni. «Nessuna festa, ho chiesto a mia moglie la pasta al pesto». È rimasto fedele alla sua convinzione: «Bisogna entrare nelle case con educazione, la gente che ti accoglie va rispettata».
Tutto qui?
«Poi bisogna scegliere le persone giuste. Io devo tanto a mia moglie Rita, nel suo sorriso trovo la mia serenità. Quando rientro lascio i problemi fuori dalla porta. Mi ha sempre dato buoni consigli».
Anche in televisione?
«Ah sì. Fu lei a segnalarmi Alberto Castagna, che poi chiamai aI fatti vostri.Mi disse: “Guarda che al Tg2 c’è uno con una faccia così simpatica, sorridente”. Aveva ragione. Lo stesso vale per Fabrizio Frizzi. Quando Raimondo Vianello e Sandra Mondaini andarono a Mediaset rimasero scoperte sette prime serate, serviva un nuovo varietà. Così immaginai Europa Europa per celebrare la nascita dell’Unione europea. Pensai a facce giovani: Elisabetta Gardini come volto femminile. Mia moglie mi disse che c’era un giovanotto “simpatico, alto: fa la tv dei ragazzi”. Era Fabrizio».
Come capisce chi ha davanti?
«Non sono un grande autore, neanche un grande regista, ma sono un eccellente spettatore. Riconosco il talento nella semplicità e nella maniera di porsi: se chi ho davanti mi parla da persona normale benissimo, se si rappresenta come vorrebbe essere no».
Ha mai sbagliato?
«Solo una volta, con uno che era molto bravo: Mino Damato. Fu un momento difficile ma abbiamo portato avanti il lavoro. FacevamoDomenica in».
Ha detto che “I fatti vostri” lo aveva pensato per le sue zie.
«Oggi avrebbero 110 anni. Per me il pubblico sono le famiglie. Un comico può fare una battuta formidabile ma se si appoggia a un difetto fisico, e penso che tra il milione di persone che ci segue c’è una madre con un figlio con quel difetto, non la fa».
Ma perché Michelangelo Guardì, ragazzo di provincia laureato in Legge, decide di fare televisione?
«Ero malato di teatro. Non giocavo a calcio, facevo “teatrini”. A dieci anni interpretai il ruolo di San Tarcisio e pretesi, mentre morivo, che si vedesse solo il mio viso. Avevo fattofare dallo stagnaro un tubo con una lampadina che illuminava il mio volto. In platea le anziane gridavano: “Michelù, non morire"».
Viene da una famiglia di artisti?
«No. Mio padre, commerciante, era proprietario terriero, mamma era casalinga. Nonno è stato uno dei primi fabbricanti di dolci siciliani.
Poi andò a Torino, trovò un ragazzo che si chiamava Ferrero. Imparò da nonno a fare i dolci, voleva dargli l’esclusiva ma lui rifiutò: “Non posso essere dipendente di uno che è stato mio dipendente"».
La sua carriera come proseguì?
«Facevo un programma alla radio Rai regionale siciliana,
L’altosparlante. Pippo Baudo si incuriosì, l’attore Tuccio Musumeci gli parlò di me e di mio cugino Enzo Di Pisa. Ci portò alla Lotteria di Capodanno, il programma eraSecondo voi.Devo a Baudo se oggi sono qui, gli sarò grato per sempre».
Lavora in Rai da una vita: che pensa del ribaltone?
«Ho visto passare venti direttori generali che hanno dato all’azienda quello che chiedeva. Quando si scatenano polemiche me le aspetto: non mi stupisco e non mi rammarico.Vengo dal paese di Pirandello, è il gioco delle parti. Si cambia».
Ma le modalità?
«Non mi stupisco e non giudico. Ora mi dirà: se qualche volto importante va via pensa la Rai ne soffrirà? Certo mancherà qualcosa, ma è sempre stato così e qualcun altro arriverà».
La televisione è abitudine?
«È una forma di abitudine ma devi dare un prodotto gradito, se no lo spettatore cambia canale».
Ha avuto tanti conduttori: chi ricorda in modo particolare?
«Tutti hanno contribuito al successo dei programmi».
E Giancarlo Magalli?
«Abbiamo rapporti normalmente cordiali».
Non si è dispiaciuto per le liti con Adriana Volpe?
«Certo che mi sono dispiaciuto ma più di tanto non ho potuto fare».
A “I fatti vostri”, ora condotto da Salvo Sottile con Anna Falchi, le donne sono di contorno. Perché non c’è stata una conduttrice?
«A quell’ora c’è il pubblico femminile e credo che un conduttore abbia un impatto diverso, almeno per il mio programma».
Antonella Clerici ha dalla sua il pubblico femminile su Rai 1.
«È vero, Antonella è gradita alle donne, cosa molto bella».
Nel periodo più buio per lui chiamò Amadeus a “Mattino in famiglia”. Immaginava il successo?
«Lavorando con lui non ha mai avuto dubbi, era bravo. Io ho riaperto il cancello dello stadio ma in campo ha giocato lui. Mi aspettavo che avrebbe conquistato Sanremo. Le persone portano in tv anche la propria serenità esistenziale, lui è appagato nel privato. Conta».