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 2023  giugno 02 Venerdì calendario

Mosca, l’ospedale dei ricchi sta costruendo un bunker perché i vip hanno l’ansia

 Anche i ricchi e i potenti di Mosca ora hanno paura. Pensavano che il conflitto in Ucraina fosse lontano. Ma gli attacchi coi droni che hanno colpito la cupola del Palazzo del Senato del Cremlino prima e sfiorato il quartiere dell’élite Rublyovka dopo: sebbene non abbiano provocato vittime, hanno scalfito il mito dell’inviolabilità della capitale e portato la linea del fronte nel cuore del Paese. L’amministrazione presidenziale è subito corsa ai ripari. Per far sentire la nomenklatura al sicuro ha ordinato la costruzione in tempi rapidi di un rifugio antiaereo nell’ospedale di Mosca riservato ai funzionari e politici di alto rango.
Dei piani del Cremlino ne ha trovato traccia sul sito web degli appalti statali Meduza, testata indipendente in esilio a Riga. La gara d’appalto si è conclusa in poco più di una settimana e il progetto sarà completato entro fine anno. Il rifugio sarà dotato di strutture sanitarie per permettere interventi chirurgici e di speciali sistemi di comunicazione che consentiranno la «protezione da fughe di informazioni classificate».
Ma non basta. «Molte persone sembrano spaventate e stanno chiedendo abitazioni con un bunker o almeno uno scantinato», ha detto al quotidiano britannico Financial Times Evgenja Jurgeneva, agente specializzata in immobili di lusso, che tra le sue proposte ha incluso un appartamento dotato di un bunker in cemento armato di 200 metri quadri che permetterà ai futuri proprietari di «superare qualsiasi evento imprevisto in sicurezza e persino abbastanza confortevolmente».
Jurgeneva stessa è una dei residenti nel prestigioso quartiere Rublyovka che, all’alba del 30 maggio, è stata svegliata dal boato dei sistemi di difesa antiaerea entrati in funzione per abbattere lo sciame di droni che volava verso la cittadella dell’élite. «Rublyovka non è più un’isola inviolabile di assoluta prosperità, è prima linea come Donbass o Belgorod», aveva commentato su Telegram il filosofo nazionalista Aleksandr Dugin che pure vive in quel quartiere e che poco meno di un anno fa aveva perso la figlia Daria in un attentato. I danni provocati dai droni agli edifici colpiti sono stati immediatamente riparati e non ci sono state vittime, ma, come ha fatto sapere il sindaco di Mosca Sergej Sobjanin, alcune famiglie delle zone colpite si sono rivolte a specialisti in cerca di sostegno psicologico.
Secondo un sondaggio della scorsa settimana dell’istituto statistico filogovernativo Fom, la paura inizia a diffondersi. Poco più della metà della popolazione, il 52 per cento, ha detto che amici e famiglie sono «ansiosi» piuttosto che «calmi»; un dato superato solo lo scorso settembre dopo che Putin aveva decretato la «mobilitazione parziale» e che può precedere una nuova spirale di incertezza e bisogno di garantire sicurezza.