Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  maggio 31 Mercoledì calendario

Torna al cinema Animal House


Gli anni 60, ok, sono un mito per tutti, ma anche gli anni 70 non erano malaccio. Almeno al cinema.Animal House è il terzo film di quel decennio che torna nei cinema a distanza di oltre quarant’anni, dopoI guerrieri della notte e Alien. Questi ultimi sono del 1979, Animal House fu invece uno dei film dell’estate ’78 negli Stati Uniti (in Italia uscì all’inizio dell’anno dopo). Sarà interessante verificare se il potenziale comico del film è ancora intatto: all’epoca, esplose nei cinema come una bomba. Costato circa 3 milioni di dollari, ne incassò più di 150 in tutto il mondo, gettando nello sconforto Donald Sutherland che, pur essendosi molto divertito sul set, era convinto che sarebbe statoun fiasco. Messo di fronte a due opzioni per il suo pagamento – o 75.000 dollari subito, o il 3-4% dell’incasso – prese i 75.000. Pessima scelta.
Anni fa intervistammo John Landis e gli chiedemmo di raccontarci il suo primo incontro con John Belushi. È un racconto talmente assurdo che ci fa piacere condividerlo: «Vidi John per la prima volta a New York per proporgli il ruolo di Blutarski inAnimal House. Lui faceva ilSaturday Night Live Show allaNbc e non aveva mai lavorato nel cinema. La Universal mi prese una stanza in un albergo di lusso e John mi venne a trovare lì. Appena entrato prese il telefono, chiamò il ristorante dell’hotel e ordinò una cena per venti persone. Eravamo solo io e lui… Nell’attesa, gli raccontai il film e nel giro di dieci minuti era convinto: “Magnifico, lo faccio”. Mi strinse la mano e si avviò verso la porta, per andarsene. In quel preciso istante, con un sincronismo degno di una gag dei fratelli Marx, la porta si aprì ed entrarono sette o otto camerieri con tutto ciò che John aveva ordinato. Lui non li degnò di uno sguardo e se ne andò. Io rimasi solo nella stanza, senza sapere che farmene di tutto quel cibo».
Ovviamente Animal House non è “solo John Belushi”, è anzi uno strepitoso film corale che gronda demenzialità da ogni inquadratura. È probabile che oggi sembri “lento” rispetto a commedie successive, come appare “lento” il successivoThe Blues Brothers. Landis e i suoi complici avevano un’idea della comicità slowburn, alla lettera “che brucia lentamente”, che poi è l’accusa che i (finti) produttori di Netflix rivolgono a Nanni Moretti inIl sol dell’avvenire. Animal House dura quasi due ore, una lunghezza importante per una commedia, e molte delle gag più famose furono improvvisate sul set, a cominciare dalla celebre scena di Belushi che riempie il vassoio di cibo in modoinverosimile (forse ispirata da quell’incontro in albergo?).
Rimane però un film “sovversivo”, per citare un’altra battuta da Il sol dell’avvenire, che mette alla berlina l’istituzione del college made in Usa con feroce crudeltà. E segna l’irruzione nella comicità americana di una nuova generazione, che si stava facendo le ossa in tv: quando si incontrarono in quella stanza d’albergo, Landis aveva 27 anni e Belushi 28. Nel giro di un paio d’anni sarebbero diventati famosi e onnipotenti. E Belushi, purtroppo, si sarebbe bruciato, come una vera rockstar maledetta.