Corriere della Sera, 31 maggio 2023
Intervista a Diletta Leotta
L’aria da principessa Disney ma con quel tocco di Milo Manara, Diletta Leotta sembra incarnare il desiderio di un sogno irraggiungibile per tanti: bellezza, successo, soldi. Una vita da Instagram, meglio di quella vera. Anche la storia d’amore con Loris Karius – un armadio di portiere tedesco, 1 e 90, chiaramente imparentato con qualche vichingo vicino a Thor – sembra uscita da una fiaba. «Ero a Parigi con le mie amiche per un weekend di tutte donne, eravamo a cena in posto tra l’altro pieno di ragazze stupende, bellissime, solo modelle, perché c’era la Fashion Week. A un certo punto entra Loris e io dico alle mie amiche: ragazze, è entrato l’uomo della mia vita. No vabbè, colpo di fulmine totale. A un certo punto se ne va, ma si riaffaccia alla porta, mi sorride e mi fa ciao. Siamo stati lì fino alle 4 del mattino a parlare, mi è piaciuto subito».
Colpo di fulmine totale: nel giro di due mesi è rimasta incinta. Di solito in questi casi non è cercato...
«L’ho scoperto il 24 dicembre, è stato un bel regalo di Natale, totalmente inaspettato e inatteso. Ho capito che qualcosa non andava perché ero a Catania a un pranzo con le amiche. Io amo la birretta a pranzo, ma sentivo un sapore stranissimo, c’era qualcosa che non andava. Ho fatto il test ed è risultato positivo; ho vissuto un milione di emozioni diverse».
Quanta paura?
«Tanta. Io e Loris stavamo insieme da pochissimo tempo, ma mi sono detta: non è che se stai insieme da 10 anni, fai un percorso preciso, ti sposi, hai figli, poi è sicuro che rimarrai insieme per sempre. Non c’è una regola. Ho provato paura, ma anche gioia totale con Loris, amore all’ennesima potenza, l’entusiasmo alle stelle».
Lei italiana, lui tedesco, la barriera linguistica paradossalmente può aiutare a evitare le incomprensioni...
«Dice che è meglio? In effetti può essere. Lui però ha iniziato a studiare l’italiano e vorrebbe che io imparassi il tedesco, ma non mi ci metto, troppo difficile».
Karius ha finito la stagione al Newcastle come terzo portiere, fatale la caduta nelle retrovie della catena alimentare calcistica quando a Liverpool con due papere colossali regalò la Champions al Real Madrid. Ora è in scadenza di contratto. Spera che possa venire in Italia?
«Egoisticamente sì, ma gli auguro il meglio dal punto di vista sportivo».
Vuole che assista al parto?
«Certo, mi piacerebbe, è un bel momento da vivere insieme, anche per condividere qualche insulto, è una valvola di sfogo in più».
Ad agosto inizia il campionato. Lei ha le dirette su Dazn. Quando pensa di tornare in onda?
«Se tutto va bene punto a “tornare in campo” subito. Magari non ad agosto, ma a settembre immagino di sì».
Per ottimizzare la gravidanza dal 19 giugno arriva il suo podcast (disponibile anche su YouTube) «Mamma Dilettante», un talk in cui lei chiacchiera con amici famosi, già genitori (da Michelle Hunziker alla calciatrice Alice Pignagnoli), chiedendo consigli e suggerimenti sulla maternità.
«Il mood è informale, friendly, a tratti ironico. Gli argomenti sono i più disparati (istinto materno, come cambia la coppia, il ritorno al lavoro). Ci sarà anche qualche uomo, perché anche la papitudine, oltre alla mammitudine, è importante. Mi farò dare consigli su come affrontare la maternità, una condivisione di esperienze su un argomento di cui non si parla tanto».
Ero a Parigi al ristornate con le mie amiche
Appena è entrato lui ho detto: ragazze, è l’uomo della mia vita
Qual è la sua paura ora?
«Per ora seguo il flow, sto sul presente, un’ansia alla volta. Quando ho scoperto di essere incinta ho avuto paura: oddio, e adesso che succede? Come cambia la vita? Cosa devo fare? Il podcast serve proprio per esorcizzare le paure. Vedere cosa è successo alle altre donne è terapeutico, ti fa sentire meno sola. Ogni fase ha un suo momento d’ansia, i suoi mille timori».
Sarà una di quelle mamme che parla solo del figlio, insopportabile per le amiche?
«No, mai nella vita... oddio, magari invece diventerò tremenda. Però ditemelo eh».
Loris che padre immagina che sia?
«Dolcissimo. Già me lo vedo con la figlia femmina, poi lui è di una bellezza da togliere il fiato, uno gnocco pazzesco, avrà un riferimento talmente alto... poverina».
Al matrimonio ci pensate?
«Certo, ci penso. Ma deve chiedermelo lui. In questo sono tradizionalista».
Partorirà a Milano?
«Il mio ginecologo è qui. Ora sto cercando una puericultrice, è un casino. Ne ho viste cinque».
Praticamente è un talent.
Ride. «Mi piace scegliere».
E il nome?
«Stiamo discutendo. Ci eravamo trovati su Ofelia, che è il nome di mia mamma. Raro, importante, un bel nome, shakespeariano. Ma mia mamma non ha voluto, mi ha detto che per una figlia è una disgrazia, che lei ci ha sofferto tutta la vita. Peccato, ce l’avevo già tatuato sul polso...».