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 2023  maggio 30 Martedì calendario

Colombia, giù i prezzi delle foglie di coca

I prezzi delle materie prime, così come quelli di tante commodity, negli ultimi mesi hanno conosciuto rialzi importanti, fino ad arrivare a valori record. Ma in questo panorama di rincari c’è almeno un’eccezione: le foglie di coca. La materia prima che è alla base della produzione di cocaina, le foglie vengono raccolte, essiccate, impastate, cotte e trasformate in una pasta, sta registrando quotazioni molto basse, tanto da mettere gli agricoltori colombiani in forte apprensione.






È quanto ha raccontato un reportage effettuato dall’Agenzia France Presse, che ha messo in luce come nel Paese sudamericano di Pablo Escobar, fondatore del cartello di Medellin, in Colombia, vasta organizzazione di narcotrafficanti che operava negli anni Settanta e Ottanta, e smantellata nel ’93 dal governo colombiano, coadiuvato dagli Usa, con l’arresto di tutti i suoi membri, il fenomeno del calo dei prezzi delle foglie di coca sta colpendo duramente i piccoli contadini. Fino a poco tempo fa vendevano un chilo di pasta a una media di 695 dollari al chilo, pasta che poi i narcotrafficanti trasformano in polvere da destinare agli spacciatori, mentre oggi il massimo che si riesce ad ottenere è 440 dollari al kg.


La nazione sudamericana è il più grande produttore mondiale di cocaina con 204 mila ettari di colture dedicate alla produzione di stupefacenti, di cui il 44% concentrati nella regione che si affaccia sul Pacifico, secondo un recente report delle Nazioni Unite. Dalle foglie di coca dipende il reddito di almeno 250 mila famiglie colombiane, circa l’1,5% della popolazione del Paese. E il narcotraffico alimenta una quota che oscilla tra il 2% e il 3% del Pil. Questi numeri danno bene l’idea dell’importanza della filiera della coca per l’economia colombiana: ma per gli agricoltori e le squadre di raspachines, i raccoglitori, pare mettersi male. All’Afp gli agricoltori hanno raccontato che non c’è mercato: domanda debole e prezzi bassi, molto bassi. Tanto che in molti preferiscono stoccare la pasta di coca piuttosto che svenderla, nella speranza che i prezzi si possano tornare a salire.


Ma il boom della coca in Colombia è finito? Presto per dirlo, ma gli interlocutori sentiti dall’Afp hanno cercato di dare una spiegazione al crollo dei prezzi: ascesa degli oppiacei sintetici, sovrapproduzione di coca e lotta ai narcotrafficanti. Un mix di questi fattori ha portato alla crisi del mercato delle foglie di coca.


Non dimentichiamo che dal 2017 il governo colombiano ha lanciato il programma per la sostituzione volontaria delle coltivazioni illegali. A dirigerlo ora c’è Felipe Tascon che dal suo osservatorio ha confermato la possibile sovrapproduzione.