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 2023  maggio 30 Martedì calendario

Il problema dei taxi a Roma: i numeri

L’unico numero certo è quello delle licenze taxi attualmente in attività a Roma: 7.672. Cui ne vanno aggiunte altre 77 che sono in fase di assegnazione dopo essere state ritirate ai precedenti assegnatari. Dovrebbero essere almeno 8.600 se non di più almeno per rispettare i parametri
L’ultima proiezione che il Campidoglio ha a disposizione su quante dovrebbero essere le auto bianche a Roma risale all’epoca di Veltroni. Poco prima dell’ultimo ritocco di tariffe e permessi rilasciati (nonché scioperi e manifestazioni di piazza fra cui l’indimenticato blocco di migliaia di taxi a piazza Venezia), Palazzo Senatorio stimò un fabbisogno di taxi di 8.600 vetture. Era il 2006, l’ultima stima fatta e che, considerando anche l’aumento di circa 2 milioni di turisti a Roma fra il 2006 e il 2019, potrebbe anche suggerire di far lievitare ulteriormente questa quota.
IN TESTA
Oggi, a Roma, c’è un taxi ogni 357 abitanti circa. A Parigi uno ogni 111. Senza considerare, ovviamente, che la casalinga Atac svanisce a paragone con l’omologa d’oltralpe, la Ratp: da noi via Prenestina una sessantina di km di metropolitane, poco meno di 32 di tram e poco più di 1850 km su gomma. Il raffronto con la Ratp è impietoso: 3860 km di bus, 225 km di metropolitane, 156 km di tram e altrettanti delle linee A e B della Rer (i trenini "stile" Roma-Lido e Roma-Viterbo).
Anche Milano, che pure di problemi sui taxi non manca, sta meglio di Roma: una vettura ogni 280 abitanti ma con molte più linee metro (102 km con un territorio che più piccolo, 181 km quadrati, del Municipio XV di Roma che ne ha 187), tram e bus.
Rispetto a Londra e New York, il rapporto fra abitanti e numero di taxi sembrerebbe premiare la Città Eterna: a Londra ce n’è uno ogni 481 abitanti e a New York uno ogni 733. Ma, se all’equazione si aggiunge la rete e l’efficienza del trasporto pubblico emerge tutta l’inadeguatezza di Roma rispetto alle altre città.
LE SOLUZIONI
Aumentare semplicemente il numero delle licenze, secondo il Campidoglio, non è la soluzione giusta. A parte il rischio di una nuova guerra civile con i tassisti il problema è coprire specifici luoghi e orari o periodi di particolare afflusso cosa che un secco incremento dei taxi potrebbe non garantire. L’altro giorno, presentando l’ordinanza che rende operativo il nuovo Regolamento sui taxi, il sindaco, Roberto Gualtieri, e l’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, hanno evidenziato quanto la "doppia guida" potrebbe risolvere il problema della carenza di vetture bianche. Si tratta della possibilità di poter associare alla stessa vettura due diversi autisti che possono, quindi, coprire un doppio turno. Un’iniziativa già assunta a Milano. «Se avessimo, come a Milano, un 12% di adesioni, sarebbe come avere mille nuove licenze» aveva detto Gualtieri.
La seconda proposta sul tavolo è, nell’ambito della prossima revisione delle tariffe, quella di introdurne una nuova minima, sui 9 o 10 euro, che il passeggero pagherebbe a fronte di percorsi brevi che per i tassisti sono più una perdita (tempi di attesa ai parcheggi, ad esempio) che un guadagnano. Del resto, argomentano a Palazzo Senatorio, chi prende un taxi 10 euro li mette sempre nel conto.
L’ultimo problema da risolvere da almeno 20 anni è quello del rapporto con i noleggi con conducente che, di fatto sono una specie di taxi di lusso.