Corriere della Sera, 28 maggio 2023
Sul Museo multimediale della lingua italiana
«Fui eo, madre, in civitate, vidi onesti iovene» (sono andata, madre, in città e vidi dei giovani onesti). Ecco il frammento di Würzburg, IX-X secolo, recente scoperta (2022) degli studiosi Vittorio Formentin e Antonio Ciaralli: secondo la loro ricostruzione sarebbe il più antico verso poetico italo-romanzo. Ovviamente c’è anche il celeberrimo Placito di Capua del 960 («Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene…..») ritenuto da sempre la prima traccia scritta del volgare italiano. Due clic e l’originale è davanti agli occhi. Sono solo due delle tante tappe proposte, in equilibrio tra ineccepibile serietà scientifica e racconto spettacolare secondo le regole della Rete, nel nuovissimo Multi (Museo multimediale della lingua italiana), che da giovedì 1° giugno sarà accessibile a tutti (multi.unipv.it) sia in italiano sia in inglese, quindi con l’esplicita intenzione di rivolgersi anche a un pubblico internazionale. È il frutto di un lungo, appassionato lavoro di studio del gruppo di ricerca coordinato dall’Università di Pavia con l’Università di Napoli L’Orientale e l’Università della Tuscia. Lo sviluppo e il progetto digitale sono dello studio milanese Dotdotdot.
Il Multi è stato realizzato con il finanziamento del ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del Fisr (Fondo integrativo speciale per la ricerca) 2019 e verrà presentato all’Università di Pavia domani e dopodomani nel convegno Il Museo della lingua italiana. Le molte facce di un’idea accompagnato dall’uscita del volume Verso il Museo multimediale della lingua italiana, edito dal Mulino e curato dal linguista Giuseppe Antonelli con Giacomo Micheletti e Stella Poli. Antonelli è soprattutto il coordinatore nazionale della ricerca, per conto dell’ateneo di Pavia, mentre i coordinatori per L’Orientale sono stati nella prima fase Rita Librandi e poi Daniele D’Aguanno e per la Tuscia Stefano Telve. Spiega Antonelli: «La sfida del Multi è raccontare la lingua italiana e la sua storia in modo che possa coinvolgere e appassionare un pubblico ampio e variegato. Dai giovani delle nostre scuole a tutte le persone che nel mondo amano la nostra lingua e ne sono incuriosite. Un multiforme racconto per immagini agile e divertente, pensato anche per chi ormai non è più abituato a leggere molto». C’è Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno ma anche una tavola di Zerocalcare.
La navigazione è svelta, volutamente non complessa e richiama la struttura della città: la lingua è spontanea e in continua evoluzione come una realtà urbana. Si parte da una sorta di atrio (Come è nata la lingua italiana?) con l’analisi del rapporto tra il latino volgare e l’Europa romanza, dunque le lingue neolatine, e qui si trovano i documenti più antichi del volgare italiano. Seguono sei percorsi che rispondono ai quesiti più diffusi. Uno: Chi ha stabilito le regole dell’italiano? Compaiono Dante, Petrarca, Boccaccio, Pietro Bembo, l’Accademia della Crusca, la tappa dedicata a Alessandro Manzoni, la scuola. Nel capitolo su Dante riappare, in una registrazione, il grande linguista scomparso Luca Serianni, un caposcuola che manca a tutti gli studiosi della nostra lingua. Due: Come è circolato l’italiano scritto? La risposta è nelle lettere, la rivoluzione della stampa e perciò i libri, i giornali, fino al web ma anche le scritte sui muri. Tre: Come si è diffuso l’italiano parlato? Si ricostruisce l’importanza iniziale della predicazione nelle chiese e poi il teatro, il melodramma, la radio e la tv. Quattro: Come suona l’italiano a chi non sa l’italiano? Il ruolo delle guerre mondiali, il cinema, i diari. Cinque: Quali lingue si parlano in Italia? Ovviamente qui c’è un viaggio nelle lingue dell’Italia antica e nel multiforme mosaico dei dialetti. Sei: Come si è diffusa la lingua italiana nel mondo? Ci sono l’arte, lo spettacolo, l’emigrazione, le colonie, anche l’immigrazione.
Ogni sezione contiene documenti, analisi, approfondimenti. Ovviamente molto numerosi sono i contributi filmati (nella sezione cinema ritroviamo Totò e Peppino, Roberto Benigni, Massimo Troisi, nella tv il maestro Alberto Manzi e l’indimenticabile Piero Angela), i podcast, i giochi interattivi, le animazioni grafiche. I testi sono sempre disponibili anche in formato audio. Dunque un vero museo online che però risponde alle leggi non solo del web, ma anche alle esigenze di chi vuole sapere, capire, approfondire rapidamente in una contemporaneità in cui il tempo a disposizione è sempre più ridotto.
Il percorso del Multi fa parte di un lungo viaggio che ha come meta la nascita del grande museo della lingua italiana. La storia comincia vent’anni fa, nel marzo 2003, con la mostra Dove il sì suona. Gli italiani e la loro lingua, allestita nella Galleria degli Uffizi di Firenze dalla Società Dante Alighieri con la curatela scientifica di Luca Serianni. Dopo il passaggio del Multi l’obiettivo finale è la definitiva e completa apertura del Mundi (Museo nazionale dell’italiano), finanziato dal ministero della Cultura, allestito nel complesso di Santa Maria Novella, seguito da un gruppo di lavoro inizialmente coordinato da Luca Serianni di cui fanno parte l’Accademia dei Lincei, l’Accademia della Crusca, la Società Dante Alighieri, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, l’Associazione per la storia della lingua italiana. Dopo una parziale apertura delle prime due sale, la nascita definitiva del Mundi è prevista tra un anno, nella primavera del 2024.