Il Messaggero, 28 maggio 2023
Svelati i segreti delle mummie
I segreti delle mummie egizie sono ad un passo dall’essere completamente svelati. E la necropoli di Saqqara, a trenta chilometri a Sud dal Cairo gioca un ruolo chiave. Solo tre mesi fa, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, gli archeologi di Saqqara svelavano gli ingredienti preziosi usati per l’imbalsamazione dei morti nell’antico Egitto, tra varie resine originarie dall’Africa e dall’Eurasia, e la cera d’api. Ora si aggiunge una nuova scoperta: i due più grandi e completi laboratori di imbalsamazione egizi mai rinvenuti finora, uno per i corpi umani e l’altro per animali considerati sacri. I due edifici risalgono alla cosiddetta 30esima dinastia e al periodo tolemaico (tra il 380 a.C. e il 342 a.C.). La struttura del laboratorio dedicato ai corpi umani appare di forma rettangolare: «suddiviso all’interno in diverse stanze, dotate di letti di pietra dove il defunto veniva adagiato per la mummificazione», racconta Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo di Archeologia e coordinatore della missione archeologica egiziana. «Ogni letto è lungo due metri e largo 50 centimetri, appare ricoperti di gesso e termina con canali di scolo». «All’interno di ogni stanza del laboratorio – continua lo studioso – è stata rinvenuta una collezione di vasi di argilla, tra cui quelli utilizzati per la mummificazione, nonché una collezione di strumenti, e vasi rituali».I GATTI SACRISorpresa nella sorpresa, è stato identificato il laboratorio per l’imbalsamazione di animali. Un complesso murario con cinque letti in pietra, sempre dalla forma rettangolare, fatto di fango con pavimenti in pietra. «Appare costituito da un gruppo di stanze all’interno delle quali è stata trovata una collezione di vasi di argilla e di sepolture per animali insieme a strumenti di bronzo utilizzati nel processo di mummificazione». I riflettori si accendono, dunque, sulla necropoli di Saqqara considerata dagli studiosi una delle più grandi necropoli reali d’Egitto che ospita il più antico edificio in pietra della storia, la Piramide a gradoni di Djoser. Non a caso, la campagna di scavo ha riportato alla luce due straordinarie tombe intatte di due sacerdoti, con un ricco corredo. La monumentale tomba dell’Antico Regno (siamo nel 2400 a.C.) sfoggia una facciata dipinta su pietra e pitture con scene di vita quotidiana, di coltivazione e di caccia. La tomba del Nuovo Regno (1400 a.C.) è scavata nella roccia. All’interno è stata trovata una statua di alabastro di un metro, raffigurante il proprietario della tomba in abito lungo, parrucca e un fiore di loto in mano. Lo scavo ha restituito anche una collezione di statue in legno e una bara dalle fattezze umane, dipinta, insieme ad una collezione di statuette funebri.Laura Larcan