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 2023  maggio 26 Venerdì calendario

Putin “il superstizioso”

Un’icona sacra fa litigare i custodi dell’arte russa e Vladimir Putin, costringendo il presidente – almeno per ora – a fare un passo indietro. La Galleria Tretjakov di Mosca, infatti, si è opposta al decreto che, nonostante il parere contrario degli esperti, il 15 maggio aveva ordinato il trasferimento della preziosa “Santissima Trinità” di Andrej Rubliov dal museo alla Chiesa Russa Ortodossa. L’opera non si può spostare, è la tesi dei curatori, «a causa dello stato complesso e instabile, ma anche dell’imprevedibilità del processo di degenerazione già in corso».
L’inaspettato decreto presidenziale aveva provocato feroci critiche di storici ed esperti d’arte, anche filogovernativi, sicuri che l’esposizione dell’icona in una chiesa possa irreparabilmente danneggiarla. Molti studiosi avevano persino paragonato Putin, impelagato nell’offensiva in Ucraina, ai superstiziosi principi medievali che portavano le icone in battaglia sperando di ottenere la vittoria.
Del resto, nel suo primo viaggio nella regione ucraina di Kherson unilateralmente annessa da Mosca lo scorso settembre, il presidente russo aveva portato in dono ai generali proprio un’icona. «Ha paura. Credo non ci sia altra spiegazione», aveva commentato l’esperta di affari ecclesiastici Ksenja Luchenko, intervistata dalla radio Eco di Mosca.
In precedenza era toccato al museo Ermitage di San Pietroburgo separarsi a malincuore da una delle sue opere di maggior pregio: il sarcofago di Aleksandr Nevskij. Dopo anni di dibattito era stato restituito al monastero che custodiva le reliquie del principe canonizzato nel 1547. Sono gesti che legano ulteriormente il Cremlino alla Chiesa, aveva osservato lo storico medievalista Oleg Voskobojnikov, definendolo «un atto di gratitudine per i leader della Chiesa che hanno sostenuto la guerra... in un Paese in cui alle chiese viene detto di pregare per la vittoria, non per la pace».
Dopo il decreto di Putin, il Patriarca Kirill aveva annunciato che, a partire dal 4 giugno, Festa della Trinità, «l’immagine miracolosa» sarebbe stata esposta per un anno nella Cattedrale del Cristo Redentore di Mosca per poi essere riportata nella sua sede storica: il Monastero della Trinità di San Sergio Radonezh, nella cittadina di Sergiev Posad a circa 70 chilometri dalla capitale, a cui si crede fosse destinata. L’icona era stata infatti realizzata da Andrej Rubliov, considerato il più grande pittore di icone del mondo ortodosso, proprio in occasione della canonizzazione intorno al 1422 di Serghej di Radonezh, che fondò il monastero a lui oggi dedicato.
Ora, di fronte alla contrarietà degli esperti, il Cremlino si è dimostrato aperto a valutare un rinvio della data del trasferimento definitivo. «Approfondiremo i dettagli», ha detto il portavoce Dmitrij Peskov. E anche il Patriarcato sembra aver accolto con comprensione le conclusioni degli specialisti, anche se non rinuncia alla restituzione dell’icona. L’ipotesi sarebbe quella di trasferire la Trinità di Rubliov, una volta adottate tutte le misure necessarie, direttamente nella sede definitiva di Sergiev Posad.