Il Messaggero, 25 maggio 2023
Intervista a Mara Venier
Mara Venier, c’è una frase nella sua infanzia che ancora l’accompagna?
«La frase che mi torna in mente è quando mia mamma mi diceva: “Mara va a tourè il papà”. Cosa significa? “Vai a prendere il papà”. Mio papà, ferroviere, finiva di lavorare, si fermava in un’osteria di fronte al lavoro. Suonava la fisarmonica con tutti i ferrovieri e faceva molto tardi sbevazzando. Io andavo in questa osteria a prenderlo me lo portavo a casa. Avrò avuto cinque sei anni, tornavamo insieme: lui con la sua bicicletta a mano e io a manina».
Che cosa ha imparato dalle sue origini?
«Tutto: sono l’essenza di quello che ho vissuto da bambina e da adolescente».
Quando le scappa qualche frase in dialetto che cosa significa?
«Tornare a casa».
La sua parola più bella?
«Mamma».
Il sentimento che apprezza di più?
«La lealtà».
Che cosa non sopporta negli altri?
«La falsità».
Che cosa apprezza di più nel prossimo?
«L’inclusione, l’accoglienza».
C’è stato un maestro nella sua vita?
«La forza l’ho sempre trovata in me stessa. Poi ho avuto tantissime persone che mi sono state vicine e mi hanno dato tanto. Se dovessi dire una persona, mia mamma».
Mi ricordo che alla fine di ogni puntata la salutava perché non stava bene...
«Io salutavo mia mamma perché cominciavano ad esserci i primi segnali dell’Alzheimer: mi sembrava che quel saluto finale la riportasse alla realtà. Dicevo “Ciao mammina”, mi sembrava come di scuoterla. Poi fui chiamata perché il direttore generale aveva avuto delle lettere da parte degli utenti per uso personale della tv. Mi chiamò Mazza, allora direttore mi disse “guarda che tu non dovresti salutare più”. Allora gli raccontai della malattia di mamma. Alla fine della telefonata lui mi disse “Fregatene e continua a salutarla”. Io l’ho amato per questo».
Che cos’è Domenica in?
«Domenica in è la consapevolezza che qualcosa valevo per me e per tutti».
Che cosa le interessa soprattutto di capire negli altri quando li intervista?
«Cerco di capire chi sono veramente nel momento in cui ho qualcuno davanti e la mia curiosità mi porta a cercare di capire chi è, come se le telecamere non ci fossero».
Lo sguardo del suo interlocutore per lei è anche lo specchio dell’anima?
«Sì, sgamo immediatamente i falsi, quelli che recitano».
C’è un’intervista che le è rimasta nel cuore?
«Ce ne sono due. La prima è quella a Enzo Biagi. Per me è stato un maestro di giornalismo. Ero molto emozionata, nessuno come lui riusciva a fare le interviste. E io mi ricordo proprio lo sguardo fra me e lui. È scattato proprio qualcosa di bello, tant’è che avevamo un progetto di fare un programma insieme per gli italiani all’estero per Rai International. L’altra era Antonio Banderas, lo intervistai a Londra. Era un periodo molto infelice dal punto di vista amoroso. Mentre lo intervistavo entrava la Griffith continuamente e lo baciava, e dovevamo interrompere. E io provai una grande invidia per tutto questo. Chiesi a lui “Ma sei felice?” Mi rispose “la felicità è un colpo di vento che ti accarezza i capelli”. E questa frase è diventata mia».
Che effetto le fa l’amore del pubblico?
«Mi riempie, mi fa sentire meno sola».
Il successo ha dei lati negativi?
«Non sai mai se le persone che stanno vicino a te è perché ti vogliono bene, oppure perché hai successo e magari in qualche maniera ti possono usare».
Come difende il suo privato?
«Non lo difendo: mi lascio travolgere e prendo le mie fregature. Io do magari alle persone che non lo meritano, che poi alla lunga negli anni ci si rende conto che, come si dice, si danno perle ai porci».
Litigare fa bene qualche volta?
«Complica la vita».
C’è una ragione che ricorre in queste liti?
«Io come carattere dico sempre quello che penso, non riesco a mediare e questo porta a dei contrasti. Con mio marito non litigo mai perché lui ogni volta che io comincio a discutere si mette a ridere per cui mi smonta automaticamente. Non amo litigare, quando ho una discussione con i miei figli poi la notte non dormo».
Ha rimpianti o rimorsi?
«Nessuno: rifarei tutto, anche le cose che mi hanno fatto soffrire».
A lei che cosa serve la musica?
«Appena mi sveglio accendo la radio e ascolto musica. Una volta andai da un medico per una fase di depressione acuta e questo professore mi disse “anch’io ho sofferto di depressione quando mia madre è mancata” – ero andata proprio per la morte di mia madre – “accenda la radio appena sveglia, ascolti musica”. Sono passati un po’ di anni e lo faccio sempre: mi rasserena».
Come reagisce alle delusioni?
«Ci sto male. Poi vado avanti. Non mi proteggo. Non ho imparato niente dalla vita».
A una ragazza che le chiedesse un consiglio che cosa direbbe?
«Studia».
C’è qualcosa che le procura angoscia?
«Paura che le persone alle quali voglio bene stiano male».
Che cosa la fa ridere di più?
«Io rido per i dettagli, per le cose per le quali gli altri non ridono. Per esempio non rido con le barzellette, anzi, mi creano ansia. Non le capisco».
E la battuta più bella che le viene in mente?
«Una frase di Neruda: “Confesso che ho vissuto"».
Un dolore che l’ha trafitta?
«La perdita di mia madre».
I ricordi riscaldano la vita?
«I ricordi tormentano la vita».
L’invidia è un male diffuso?
«L’invidia fa male a chi la prova».
Sul lavoro si trova meglio con i colleghi uomini o con le donne?
«Vado d’accordo sia con le donne che con gli uomini, mi è capitato di più di lavorare con uomini. Però io cerco di aiutare le donne, soprattutto se sono più giovani».
Eleonora Daniele, conduttrice tv, l’ha ricordato...
«Quello è un episodio che pensavo lei non ricordasse più. Io all’epoca avevo le mie prime domeniche, un successo incredibile. Feci una telepromozione: c’era questa ragazza bellissima, aveva già fatto il Grande Fratello per cui era già un po’ nota come Eleonora Daniele. Nelle telepromozioni volevano chiamarla Cristina. Andai dal produttore, mi sembrava una roba così brutta nei suoi confronti e mi impuntai. Tutto questo all’insaputa di Eleonora. All’inizio dissero “No, non si può fare”. Poi quando minacciai di non fare la telepromozione se non si fosse chiamata col suo vero nome l’ebbi vinta».
Hai mai pensato di tirare i remi in barca?
«Quasi ogni giorno».
Il sentimento più vicino al suo carattere?
«La passione».
Si sente più attrice prestata alla conduzione o conduttrice pura?
«Mi sento conduttrice per caso».
Che cosa la soddisfa di più del suo mestiere e che cosa le pesa di più?
«È molto difficile dare sempre qualità al pubblico. In un programma popolare come Domenica in, 40 puntate, è complicato cercare di dare l’eccellenza a chi crede in me. Questa è la mia 14ma Domenica In, un record – Baudo ne ha fatte 13 – per cui sento il dovere di dare al pubblico quello che si aspetta. Invece la cosa più facile è andare in onda, mi diverto. La diretta mi piace».
Quando non lavora che cosa fa Mara Venier?
«Pulisco casa e cerco di stare con i miei nipoti, che sono l’essenza della felicità».
In cinque parole chi è davvero Mara Venier?
«Una donna allegra, malinconica, tormentata, sognatrice, concreta».
E per il pubblico una grande amica. Questo è sicuro.