la Repubblica, 25 maggio 2023
La bomba addormentata. Un inedito di Italo Calvino
Un ordigno nucleare in grado di annientare l’intero globo, un’unica fitta grande foresta attorno alla città dove la bomba sganciata è rimasta silente. Questo testo del 1959 riscrive con lo stesso titolo, come soggetto per il compositore Luigi Nono (lo ha segnalato Luigi Finarelli), un racconto apparso nel 1954, La bomba addormentata nel bosco (ora inRomanzi e racconti, vol. III, Mondadori). La fiaba umoristica antimilitarista si fa apologo ambientale planetario, la narrazione procede rapida, secca, incisiva, oscillando fra sorriso ironico e utopia. È monito, elogio della forza modellante dei racconti, innanzi tutto congegno per allargare lo sguardo, nello spazio e nel tempo. Se nel Dialogo sul satellite (1958) uno degli interlocutori invitava a «operare sulla terra. E pensare all’universo», qui chi legge è chiamato a condividere il punto di vista del coro finale di «uomini donne animali piante pietre e metalli», a seguire Calvino — di nuovo pienamente compagno di viaggio in questo nostro 2023 — nel suo originale cammino verso una letteratura cosmi(comi)ca. (Bruno Falcetto)
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Manovre aeree: un aeroplano porta in volo un nuovo potentissimo tipo di bomba H. Tranquilli ozi delle popolazioni che non ne sanno niente (ma pure qualcuno presagisce qualcosa).
Gli scienziati s’accorgono che per un errore di calcolo quella bomba che hanno costruita è più potente ancora di quel che credevano: farà cessare ogni forma di vita sulla terra. Corrono per dare l’allarme.
L’aereo volteggia nell’aria. Le popolazioni sono ignare. Gli scienziati corrono da un ufficio all’altro dei ministeri. Un errore di manovra. La bomba viene sganciata dall’aeroplano. La bomba precipita. Le popolazioni come se niente fosse. Gli scienziati corrono. La bomba cade su una città. Tocca il suolo. Non esplode.
Evacuamento della città. Thrènoi di profughi. Scaricabarile delle responsabilità tra le alte autorità nazionali. Biasimo a chi ha costruito una bomba così potente, congratulazioni perché era così potente, biasimo perché non è esplosa, congratulazioni perché non è esplosa ecc… La vita, in tutte le sue mille svariate forme, esclama: “L’abbiamo scampata bella!”
Nel mondo, dopo lo spavento preso per la bomba, si proclama la pace universale. Grande sviluppo produttivo. Cori di un’umanità perfettamente funzionale.
Alla città dove era caduta la bomba inesplosa e per molte miglia intorno per paura di radiazioni mortali nessuno s’è mai più avvicinato per anni ed è cresciuta una fitta foresta. È l’ultima foresta che è rimasta sulla terra data la completa industrializzazione di tutti i continenti. Al margine d’essa gli entomologi vanno con la rete a caccia di farfalle ma nessuno osa addentrarvisi.
Tutta questa storia è raccontata a una ragazza della nuova generazione che è capitata per caso, per un guasto alla macchina, ai margini della foresta, da un vecchio guardacaccia che le sbarra il passo. (Si apprende poi che questo vecchio è il pilota che ha sganciato la bomba, e che ha passato il resto della sua vita a farle la guardia).
Il vecchio mette in guardia la ragazza dall’entrare nella foresta. Ma a lei la foresta piace e vi si addentra. Nella foresta vagano strane figure: sono personediventate inutili nel mondo pacifico e che hanno trovato rifugio là: generali, uomini di Stato, poliziotti ecc… La natura libera. La paura della bomba che cova. Il mondo industrializzato ma che vive proteso verso la foresta e la bomba una oscura religione. La ragazza si inoltra nella foresta. Un miliardario s’è messo in testa che nella foresta c’è il petrolio e vuole raderla al suolo anche a costo di scatenare la bomba.
La ragazza vuole liberare la foresta dalla bomba perché il mondo senza foresta non è più mondo. Il miliardario si addentra nella foresta.
La ragazza si addentra nella foresta. Quegli aspetti che appaiono alla ragazza da paradiso terrestre, appaiono al miliardario diabolici.
Un uomo della foresta fa saltuarie apparizioni. Per gli “uomini inutili” è un essere malefico. (In realtà è un trovatello, abbandonato in fasce nella foresta come tanti oggetti inutili e là cresciuto).
Al miliardario l’uomo compare a confondere il suo cammino, a farlo perdere nella foresta. Alla ragazza egli appare sempre a salvarla nei momenti pericolosi. Gli “uomini inutili” si sono alleati col miliardario.
La ragazza trova anche lei i suoi alleati in tante altre persone che scopre rifugiate nella foresta: rivoluzionari, negri, poeti, gente obbligata a fuggire dal conformismo del mondo meccanizzato.
Il miliardario sta impiantando le sue trivellatrici nella foresta; ma misteriosamente, come se la foresta l’avesse inghiottito, sparisce. (Probabilmente è l’uomo della foresta che lo ha fatto fuori).
Gli “uomini inutili” ne ritrovano lo scheletro e lo portano fuori della foresta per aizzare il mondo civile a una battuta per catturare l’uomo della foresta.
La ragazza e l’uomo della foresta si amano. Il loro amore fa lussureggiante la foresta come in un’esplosione di forze naturali. Gli uomini della civiltà meccanizzata si apprestano ad abbattere la foresta ed evocano la bomba addormentata. Ma invece di avanzare loro è la foresta che si espande: rami ed erbe si allungano nelle vie della città, entrano nelle finestre.
Gli uomini della foresta sconfiggono gli uomini inutili. La foresta e il mondo meccanico si fondono. La ragazza e l’uomo della foresta mostrano che la bomba H non c’è, non si sa dove sia andata a finire, tutti ormai dicono che non è mai esistita, era solo una leggenda. Tutto è stato leggenda, dice il coro finale di uomini donne animali piante pietre e metalli, tutto quel mondo assurdo (cioè quello in cui siamo noi oggi) non è mai esistito.
Dattiloscritto inedito.
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