La Stampa, 25 maggio 2023
Un ponte di nome Ugo
Non ci sono i soldi, perché di soldi ne servono davvero tanti (14,5 miliardi di euro, ha scritto il governo nel Def), ma entro l’estate 2024 (dopo il via libera definitivo arrivato ieri dal Senato) i cantieri del ponte sullo Stretto partiranno di sicuro. Almeno così assicura il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Che ieri per ribattere alle critiche al progetto ha tirato addirittura in ballo Brunelleschi sostenendo che «anche quando cominciò la cupola del duomo di Firenze c’erano dubbi e critiche perché all’epoca era la più grande al mondo». Un po’ come questo ponte: campata unica di 3.300 metri, 60,4 metri di larghezza dell’impalcato e torri alte 399 metri, 6 corsie stradali e 2 binari. Già, è il nome? Per scegliere quello definitivo Salvini adesso ha in mente di lanciare un concorso di idee. È certo che gli italiani potranno sbizzarrirsi con le proposte anche se dopo mezzo secolo di tira e molla per tutti questo è semplicemente il Ponte sullo Stretto di Messina. Nome troppo lungo? «Chiamiamolo Ugo», si potrebbe suggerire ricordando la famosa gag di Massimo Troisi. Intanto Salvini in via provvisoria lo ha già ribattezzato «Ponte degli Italiani». E del resto «Prima gli Italiani» non è uno degli slogan preferiti del governo sovranista?