Corriere della Sera, 25 maggio 2023
I conti in tasca a Aurelio De Laurentiis
«Mi hanno offerto un miliardo per il Napoli ma io l’ho rifiutato perché in realtà me ne hanno offerti due e mezzo per il mio gruppo e ho rifiutato anche quelli», ha detto il presidente del Napoli neo-scudettato in tv da Bruno Vespa. Non è chiaro quanto formalmente gli è stata prospettata l’operazione ma per riferirne pubblicamente non dev’essere stata una chiacchiera al bar. Sono tanti 2,5 miliardi. Ed è una cifra astronomica il miliardo e mezzo al netto del Napoli: tanto capitalizza in Borsa, per esempio, l’intera Mfe-Mediaset.
Facciamoci un viaggio dentro il gruppo De Laurentiis: ci sarà qualche gioiello nascosto da molte centinaia di milioni, oltre al «gioiellone» Napoli? La proprietà della capogruppo Filmauro è familiare ed è indiretta tramite la Cordusio Fiduciaria tranne un 10% intestato direttamente a Jacqueline Baudit, moglie di Aurelio De Laurentiis, 73 anni, il quale ha tutti i poteri in una governance che non contempla soggetti esterni in consiglio di amministrazione.
L’immobile di gran valore a due passi dal Quirinale di sicuro è un pezzo pregiato. Lì, in via Ventiquattro Maggio è insediato anche il quartier generale Filmauro. La nuda proprietà è dei tre figli Luigi, Edoardo e Valentina, con usufrutto ai genitori. Appartengono alla famiglia anche l’abitazione e i terreni (50 mila metri quadrati) vicino a Orvieto e altri dodici immobili a Roma. Sono beni personali e residenze di famiglia che, a spanne, potrebbero valere una decina di milioni ma non fanno strettamente parte del gruppo imprenditoriale.
Dentro il gruppo Filmauro, invece, sono «parcheggiate» decine tra Ferrari, Porsche e Mercedes, nuove ed usate «di particolare pregio», prese all’asta, con un valore di quasi 20 milioni alla data del bilancio e destinate alla rivendita. Attualmente, però, nel catalogo online vengono presentate solo quattro Porsche d’annata.
È una delle attività secondarie della holding, così come la gestione di pub e ristoranti o la produzione di gelati con il marchio Steccolecco. Tuttavia sempre di «noccioline» si tratta e non certo di asset che spiegano i 2,5 miliardi.
Il pezzo grosso è il Napoli e il miliardo offerto è una cifra che rientra nel range (molto largo) dei prezzi del calcio perché è una società sana in una piazza dalle grandissime potenzialità. Anche se non è vero che il club è senza debiti e ha i bilanci in utile. Il debito al 30 giugno 2022 era di 258 milioni; negli ultimi tre anni di convivenza con il Covid il Napoli ha perso 130 milioni; ha chiuso due bilanci in utile negli ultimi otto anni e al 30 giugno 2022 il patrimonio netto era calato a 68 milioni dai 140 del 2021. Solo che il debito è «sano» e sostenibile, il club è sempre stato in grado autonomamente di far fronte alle perdite grazie alle riserve accumulate, senza necessità di ricapitalizzazione (una costante, invece, in gran parte dei top club). E quest’anno tra cammino in Champions e campionato, sarà un bilancio trionfale, con il valore della rosa esploso.
Sono anni che il calcio è di gran lunga il principale business di De Laurentiis mentre la produzione e distribuzione cinematografica, dopo il boom dei cinepanettoni, è sempre più marginale. Dieci anni fa il Napoli totalizzava il 71% dei proventi di gruppo, nel 2018 l’87%, nel 2021 il 92% su 245 milioni di fatturato consolidato, quest’anno potrebbe superare il 95%.
I salari e gli stipendi del personale di produzione film rappresenta da anni (anche prima del Covid) meno dell’1% di quelli del calcio, gli allenatori tesserati sono il doppio dei dipendenti dell’area cinema e i calciatori il triplo, i ricavi cinema erano il 3% del totale anche nel 2019. Con il cinema De Laurentiis fattura 6-7 milioni, con le altre attività residue una decina di milioni. Non si capisce ancora come quest’area di attività extra Napoli possa essere stata valorizzata 1,5 miliardi.
Andiamo in Usa perché al 16030 di Ventura Boulevard a Los Angeles, mezz’ora di auto da Hollywood, ha sede una controllata non consolidata nel bilancio Filmauro, la «Fast Lane Productions inc» con amministratore delegato Luigi De Laurentiis, il primogenito di 44 anni. Ma anche qui di patrimonio ce n’è ben poco: l’azienda è stata chiusa a novembre del 2021. Resta il Bari, che in serie B è in piena corsa per la A. In caso di promozione dovrà essere venduto. Grande piazza anche quella ma non è un top club da centinaia di milioni.
La richiesta scritta inviata a Filmauro per chiarimenti sul perimetro del gruppo non ha ricevuto risposta. Resta il fatto che De Laurentiis non vende nemmeno se gli offrissero non 1 ma 2,5 miliardi per il solo Napoli. L’aveva detto in aprile, un mese prima dell’intervista da Vespa: «Un anno fa mi hanno offerto 2,5 miliardi per il Napoli, mi sono chiesto: Mi servono? Il Napoli ha un valore? È un giocattolo della famiglia De Laurentiis, non vedo motivi per cederlo fin quando non ci stancheremo».
Se mai verrà quel momento, per il Napoli o per il gruppo, forse vedremo nomi concreti e cifre più attendibili.