Corriere della Sera, 25 maggio 2023
I primi 25 anni della Bce
La Bce celebra i suoi primi 25 anni, ma l’inflazione tornata al 7% in media nella zona euro ad aprile (dal 6,9% di marzo) rovina in parte la festa, perché la Banca centrale è nata il primo giugno 1998 con il mandato chiaro di mantenere la stabilità dei prezzi. Da mesi, invece, l’istituto guidato dalla francese Christine Lagarde combatte contro la fiammata dei prezzi senza troppo successo, attraverso il rialzo aggressivo dei tassi di interesse, per riportare l’inflazione al target del 2% in media nel tempo.
Alla festa sono presenti un centinaio di ospiti, tra cui la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il ministro delle finanze Giancarlo Giorgetti e i predecessori di Lagarde al vertice della Bce, il francese Jean-Claude Trichet e Mario Draghi (il primo presidente, l’olandese Wim Duisenberg, è morto prematuramente nel 2005). E c’è anche il direttore del Corriere, Luciano Fontana. Christine Lagarde accoglie ogni ospite di riguardo facendo la spola dallo spazio allestito al piano terra dell’Eurotower per il cocktail di benvenuto fino all’ingresso, fermandosi con benevolenza davanti ai fotografi. Inevitabile, quando posa con Trichet e Draghi, non pensare al capovolgimento totale vissuto nel giro di pochi anni, passando da un’era con inflazione a zero e tassi di interesse nulli o negativi a un periodo di alta inflazione e costo del denaro salito fino al 3,75%. Per sventare il rischio di deflazione, Draghi ha fatto ricorso a misure non convenzionali (il quantitative easing con l’acquisto dei titoli di Stato che hanno aiutato non poco un Paese ad alto debito come l’Italia); Lagarde ora combatte con il nemico opposto. «La priorità assoluta e immediata della Bce è riportare tempestivamente l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%. E lo faremo», ha promesso ancora una volta ieri sera. In dieci minuti di discorso l’avvocata-banchiera ha ricordato come l’Europa è sempre riuscita a superare le crisi emergendo «più forte». A cominciare dalla crisi seguita agli attentati dell’11 settembre e sfociata nello scoppio della bolla delle dotcom (affrontata da Duisenberg). Poi la grande crisi finanziaria globale e la crisi del debito sovrano, con cui ha cominciato a fare i conti Trichet lasciandole in eredità a Draghi. Infine, la crisi pandemica e il ritorno dell’inflazione fronteggiate da Lagarde. Ma l’euro ha garantito «stabilità, sovranità e solidarietà all’Europa». Per rafforzare ancora l’Unione gli obiettivi ora sono l’integrazione dei mercati di capitali e il completamento dell’Unione bancaria, conclude Lagarde.
Sono i due punti su cui insiste anche Scholz, che parla da «orgoglioso» padrone di casa, perché la sede della Bce a Francoforte ha trasformato la città in un formidabile hub finanziario. Ma il cancelliere dimentica che è proprio la Germania a frenare sull’assicurazione europea dei depositi, il terzo pilastro dell’unione bancaria. Più di una volta nei discorsi risuona il «whatever it takes» di Mario Draghi, che 11 anni fa «segnò l’inversione di tendenza della crisi del debito sovrano europeo. È ciò che ha trasformato un istituto bancario in un improbabile supereroe», sostiene la presidente del Parlamento Ue; Metsola. «L’ultimo ostacolo al taglio della torta di compleanno», dopo il risotto allo zafferano e il filetto di rombo, è Ursula von der Leyen. Le bastano 5 minuti per sottolineare che «l’euro è il simbolo degli ideali che condividiamo. Siamo 20 Stati, 350 milioni di persone e abbiamo un’unica moneta», dice. «Ne abbiamo bisogno per affrontare sfide cruciali come il cambiamento climatico e la digitalizzazione. L’Europa guida la transizione verde globale e l’euro è la valuta della sostenibilità». Anche grazie a «250 miliardi di euro di green bond», che ne fanno il maggiore emittente verde.