Corriere della Sera, 25 maggio 2023
Biografia di Stefano Bandecchi
Il camion vela sfreccia per la città: «Pizza, bruschette, porchetta e vino», è la scritta vicino al suo faccione sorridente. «Sarà la nostra Festa dell’Unità», scherza lui. Appuntamento per domani sera alle 21 allo stadio Liberati di Terni, che poi anche lo stadio è roba sua. Stefano Bandecchi chiude così la sua campagna elettorale per diventare sindaco: «La prima cosa che farò se vengo eletto? Vado in vacanza, sapeste quanto ho camminato, mi fanno male i piedi. No, scherzo! Piuttosto metto un Telefono Rosso in Comune a disposizione di tutte le categorie. Questa città ha bisogno di essere ascoltata. Mamma mia che paura ha la destra di perdere, adesso la Meloni si ricorda di Terni e arriva Urso con un miliardo per l’acciaieria. Arrivano soldi a palate, un milione e mezzo anche per mettere le telecamere. Ma cinquemila famiglie qui hanno il reddito di cittadinanza, quando lo perderanno che succederà?». Nato a Livorno nel 1961, fu giovane paracadutista con la Folgore, in missione in Libano, oggi è in volo su Terni per conquistare la fascia di sindaco anche se l’impresa si presenta ardua, perché al primo turno malgrado una notevole esposizione di muscoli e soldi (quasi 100 mila euro spesi fin qui) Stefano Bandecchi, il patron dal 2006 dell’università telematica «Niccolò Cusano» non è andato oltre il 28 per cento e il suo competitor del centrodestra, Orlando Masselli, è sopra di 7 punti. Ma lui non è tipo che arretri. Perfino davanti agli sputi degli ultrà della Ternana, la squadra di calcio di cui è il presidente dal 2017, una volta si avvicinò e rispose con la stessa moneta. Il suo slogan elettorale? «Mi prendo Terni, poi l’Umbria, poi Roma».
Così pelato e muscoloso, 114 kg dichiarati, gli chiedono sempre se è fascista. E lui: «Mio padre era un camionista comunista, io oggi mi sento centrista. Alternativa popolare, il partito di Angelino Alfano che ho riportato in vita, è molto Dc ma pure liberale, repubblicano e si batte per i diritti civili». Ha dichiarato un reddito di 4 milioni di euro. Dicono che ha Ferrari e Rolls Royce in garage. Nei suoi uffici romani ha dato alle stanze i nomi dei supereroi: Hulk, Thor, Iron Man a cui deve sentirsi di assomigliare. Ha anche una radio, una tv, conduce un talkshow, è molto spigliato anche se talvolta esagera: dopo il 14° grigissimo posto della Ternana in B, ha minacciato di «bruciare lo stadio». Ma poi, gigione, sdrammatizza: «Io sono di Livorno, per natura fumantino». Amico di tutti. Gli piace Berlusconi ma non «la sua passione per Putin». Gli piace Giorgetti. Dice: «Da imprenditore ho finanziato tutti, da Tajani a Di Maio. Ho votato per i Radicali e per i Ds». Non è vero, scommette, che al ballottaggio tutta la sinistra andrà al mare, «la Cgil ha diffuso una bella lettera di apertura». Fondò l’Unicusano facendo concorrenza al Cepu. Più di 100 mila studenti in 16 anni di attività: «Il ministro Lollobrigida è un mio laureato, pure molti grillini». Bandecchi è fatto così: prendere o lasciare.