MowMag, 22 maggio 2023
Il narcisismo che passa per dissenso
Il doppiopesismo regge la nostra società. In modo quasi indistinguibile chiunque agisce discriminando (è la parola giusta) tra il proprio partito e il partito altrui. Se a fare qualcosa è qualcuno che non ci piace, poco importa aver difeso un attimo prima quella stessa azione, perché prima l’hanno fatta i buoni e i buoni possono tutto. Questo atteggiamento lo applichiamo, anche in modo involontario, a quei temi problematici a cui siamo, purtroppo, assuefatti. Per fare un esempio, l’idea che lo Stato possa compiere quelle azioni che se fatte dagli individui verrebbero considerate criminali (basti leggere Michael Huemer e il suo Il problema dell’autorità politica, pubblicato in Italia da Liberilibri). Questo perché lo Stato in qualche modo è il “buono” della storia e i buoni, ripetiamolo, possono (forse devono) fare tutto. Nel caso de La Stampa la distanza tra la difesa delle femministe che hanno contestato Eugenia Roccella (costringendola ad andarsene) e l’accusa di aggressione da parte di un no vax all’immunologa Antonella Viola non è neanche una pagina. Infatti, se da un lato si dedicano tre pagine al caso Roccella, tutto sommato assolutorie nei confronti degli attivisti di Non Una di Meno ed Extinction Rebellion, dall’altro la pagina successiva è dedicata a quella che viene definita “Aggressione No Vax” (è questo il titolo a caratteri cubitali) alla Viola, a cui sarebbe stato urlato: «Mentite sugli effetti dei vaccini». Ovviamente la Viola ha saputo sfruttare giornalisticamente l’accaduto, rispondendo così al bruto intervenuto al Salone del libro per criticarla e attaccarla: «Sono stata otto mesi sotto scorta, sto pagando un prezzo davvero molto alto. Ma le strade sono solo due. La prima è darla vinta a chi non sopporta che la scienza e soprattutto le donne di scienza parlino: allora la soluzione è smettere di parlare, e chiudersi in laboratorio. La seconda è esserci, con il coraggio di dire la verità». Un triplo carpiato che ha permesso alla scienziata di legare insieme molte cose sbagliate e non toccare – neanche sfiorare – il vero tema. Iniziamo dalle cose sbagliate. Nessuno ha attaccato una scienziata donna perché donna. Nessun maschio con la clava ha zittito la Viola per via dei suoi genitali. Ma l’occasione era buona per chiudere un ritratto da vittima di incredibile efficacia. Seconda cosa sbagliata: quel “coraggio di dire la verità”. Il no vax, infatti, tutto ha dimostrato, tranne di non volere la “verità”. Che lui abbia torto è semmai un’altra questione, ma che sia un nemico della verità è semplicemente falso. La Viola non è una giornalista in Russia (o in Ucraina) a cui si impedisce di prendere parola. La verità non è qualcosa che si vuole nascondere. Anzi, semmai chi protestava chiedeva proprio di tirarla fuori da sotto il tappeto.