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 2023  maggio 22 Lunedì calendario

Berlusconi parla dopo il lungo ricovero

Si è affidato «al Cielo», ai medici, agli affetti più cari, a «mia moglie Marta, che ha superato sé stessa», all’amore del suo popolo e perfino all’affetto dei suoi avversari. Ma soprattutto alle sue forze, che sente di star ritrovando e che userà — assicura Silvio Berlusconi che torna per la prima volta a parlare dopo 45 giorni di ricovero al San Raffaele in cui si è temuto per la sua vita — per continuare a guidare Forza Italia. Il suo partito, del quale ci tiene a riconfermarsi leader assoluto, senza delfini o successori.

Continuerà il «rinnovamento» del suo movimento, annuncia il leader azzurro, senza «rottamazioni», come continuerà l’impegno a «presidiare il centro», senza rincorrere nessuno: Matteo Renzi, se vuole, venga «dalla nostra parte» ma non sarà Forza Italia a corteggiarlo. E guarda al futuro con ottimismo: gli italiani «si stanno rendendo conto» dell’«ingiustizia» da lui subita sul piano giudiziario per anni e «ci daranno fiducia».

Presidente, per prima cosa: come sta?

«Sto meglio, grazie. Devo ancora recuperare le forze, ma è solo questione di tempo».

È stata dura, c’è stata grandissima preoccupazione per le sue condizioni: ha avuto paura di non farcela?

«È stata dura, ma sono sempre stato fiducioso. Mi sono affidato, come in altri momenti difficili, all’aiuto del Cielo e alla professionalità dei medici e del personale sanitario del San Raffaele, che non finirò mai di ringraziare».

La sua Marta, i suoi figli, i suoi migliori amici: quanto sono stati importanti in un momento come questo? Cosa le hanno trasmesso?

«Marta ha superato sé stessa, mi è stata accanto con una cura e una dedizione senza eguali, spiegabili solo con il grande amore che ci lega. Molte volte ho dovuto pregarla io di riposarsi e di prendersi cura di sé, ma non mi ha lasciato neanche per un minuto. I miei figli, mio fratello, i miei amici mi sono stati anch’essi molto vicini, ogni giorno. Nei momenti difficili l’amore di una famiglia è davvero la cosa più importante. Ma vorrei dire una cosa in più».

Cosa?

«Ho percepito anche questa volta l’amicizia e l’affetto sincero, a tratti addirittura commovente, di molte persone, anche sconosciute. Tutti i leader politici, di maggioranza e di opposizione, mi hanno rivolto parole di augurio e di incoraggiamento, delle quali sono davvero molto grato. Ma poi c’è stato l’emozionante abbraccio del popolo azzurro, dei militanti e degli elettori di Forza Italia, che mi hanno sommerso di messaggi e di manifestazioni affettuose. Se ho superato bene questo momento difficile lo devo certamente anche a loro».

Lei è pronto a riprendere il suo lavoro, e come? Non ha avuto dubbi sul mostrare anche la sua sofferenza in video, non una scelta scontata.

«In verità non ho mai smesso di lavorare, anche dalla terapia intensiva ho tenuto i contatti con i dirigenti di Forza Italia dando indicazioni e suggerimenti sulla campagna elettorale per le Amministrative. A questo proposito, vorrei rivolgere un appello ai cittadini dei Comuni nei quali domenica e lunedì prossimi si va al ballottaggio: andate a votare, perché senza il voto la democrazia muore e muore il futuro dell’Italia, delle vostre città, dei vostri figli. Per quanto riguarda il futuro, abbiamo molte cose da fare e continuerò a farle, come sempre, alla guida di Forza Italia».

È vero che sta già pensando a una riorganizzazione del partito, anche in vista delle Europee?

«La storia di Forza Italia è quella di un continuo rinnovamento, dal 1994 ad oggi. Forza Italia è nata, oltre che per impedire ai comunisti di impadronirsi del governo della Nazione, anche per rinnovare profondamente la politica. Ma perché il rinnovamento sia credibile dobbiamo prima di tutto rinnovare noi stessi. Lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo, ovviamente senza rottamare nessuno».

È soddisfatto di come è stata gestita Forza Italia mentre lei era in ospedale? È un partito che sta imparando a camminare da solo?

«Forza Italia ha una classe dirigente nazionale e locale esperta e autorevole. Ma non sono e non saranno soli, perché io continuerò naturalmente ad esercitare appieno, come ho sempre fatto, le mie responsabilità di fondatore e di leader di Forza Italia».

Come sono oggi i rapporti con i suoi alleati? E che spazio ha Forza Italia?

«Sono assolutamente eccellenti. Giorgia Meloni e Matteo Salvini mi sono stati vicini in queste settimane come dei veri amici, a riprova del fatto che il rapporto fra noi non è solo politico, ma è fatto anche di un profondo legame personale. Questo non toglie, ovviamente, che Forza Italia abbia un suo ruolo specifico. Con il Partito democratico sempre più spostato a sinistra e il tramonto del cosiddetto Terzo polo, che è morto prima ancora di nascere, lo spazio al centro si allarga e Forza Italia lo presidia con coerenza, perché siamo gli unici davvero liberali, cristiani, garantisti, europeisti, atlantisti. Siamo l’unica espressione italiana del grande centro della politica europea, il Partito popolare».

È possibile un rapporto più stretto con Renzi?

«Renzi dice spesso cose giuste, ma fino a quando non ne trarrà le conseguenze politiche, scegliendo la nostra metà campo, non si potrà andare al di là di occasionali convergenze in Parlamento».

Intanto il governo va avanti: su cosa ci si deve concentrare adesso?

«Occorre continuare sulla strada che abbiamo imboccato nei primi mesi: stabilizzare il taglio del cuneo fiscale anche per far ripartire l’occupazione giovanile, realizzare la riforma fiscale procedendo verso la flat tax, continuare a lavorare per accrescere le pensioni minime fino ad arrivare a 1.000 euro entro la legislatura, porre mano alla riforma della giustizia secondo le linee indicate dal ministro Nordio».

Con una emergenza imprevista in Emilia-Romagna: che fare, come? L’Europa può dare una mano?

«Ogni aiuto dall’Europa è naturalmente prezioso. Da parte nostra l’impegno è totale, a partire dalla sospensione di tutti i pagamenti, le bollette, i mutui, gli adempimenti tributari e contributivi e poi l’attivazione del fondo di garanzia per le piccole imprese, aiuti per il pagamento dei canoni di affitto e altro ancora. Di fronte alle drammatiche immagini che ci vengono dalla Romagna nessuno sforzo è troppo grande per aiutare quelle popolazioni».

Lei crede nell’emergenza climatica o come alcuni a destra pensa che sia un allarme esagerato?

«Io credo a quanto dice la gran parte della comunità scientifica oltre che all’evidenza stessa dei fatti. Cambiamenti climatici sono in corso ed è ragionevole pensare che, per una parte significativa, dipendano dall’uomo. Quindi impegnarci per salvaguardare il Creato, il mondo intorno a noi, che sarà il nostro lascito alle generazioni future, è un dovere che non ha nulla a che fare con questioni ideologiche o di schieramento politico. Altra cosa è discutere sui mezzi più efficaci e sul loro costo economico e sociale. Un certo ambientalismo ha più a che fare con l’avversione per il nostro modello di civiltà che con la difesa dell’ambiente».

Da uomo della tv, cosa pensa della Rai che verrà? Serve più spazio a volti di centrodestra?

«Non mi è mai piaciuto porre la questione in questo modo. Serve garantire il pluralismo dando spazio alla professionalità, senza etichette di parte. È quello che il governo si è impegnato a fare».

Ma lei che futuro vede per Forza Italia?

«Per Forza Italia vedo una funzione sempre più importante, perché noi e solo noi siamo il centro liberale e cristiano, che è indispensabile in una democrazia europea ed è parte essenziale della coalizione di governo. Sul piano dei consensi siamo stati penalizzati negli anni scorsi dagli effetti di una persecuzione giudiziaria nei miei confronti basata sul nulla e conclusa con una serie di assoluzioni, ma che ci ha gravemente danneggiato sul piano dell’immagine. Credo che gli italiani se ne stiano progressivamente rendendo conto e che torneranno a darci una larga fiducia».

E come vede la strada che sta imboccando il nostro Paese, tra crescita imprevista ma anche problemi strutturali e gestionali cronici?

«L’Italia, il Paese che amo, ha un grande futuro, perché il nostro è un popolo straordinario, capace di veri miracoli. Ma abbiamo anche grandi problemi da risolvere, a cominciare da una povertà diffusa davvero inaccettabile e dalla difficoltà per i giovani a costruirsi un futuro. Dobbiamo riformare la giustizia, snellire la burocrazia, modernizzare le infrastrutture. Dobbiamo insomma rendere il nostro Paese attrattivo per chi lavora e per chi crea lavoro. Per il resto, siamo già il Paese più bello del mondo».