il Fatto Quotidiano, 21 maggio 2023
Intervista a Marcella Bella
Problemi di abbondanza prima della puntata di oggi a Domenica In: “Ho sei minuti e devo selezionare un medley dei miei successi”. Con cinquant’anni di carriera non è semplice. “Per scherzo ho detto: ‘Salto Montagne verdi’”. Risposta: “No!”.
Marcella Bella, da Montagne Verdi non può prescindere, la cantano pure all’estero.
Ho lavorato ovunque, anche in Spagna, Sud America e Giappone; (pausa) in Giappone ho fatto tre tournée.
Non male.
L’unico posto che ho sempre rifiutato è la Russia; ma non per qualcosa in particolare…
Per cosa?
Se ci fossi andata altro che Pupo; (pausa) ogni tanto riprovavano, io vacillavo.
E poi?
Leggevo che era precipitato un altro Tupolev.
Quindi non era refrattaria ai comunisti.
Ecco, non la butti in politica. È che ogni tanto arrivava qualche notizia drammatica.
Comunque li avrebbe conquistati.
Quello era il mio pubblico: a loro piace la nostra melodia, e se lì hanno ottenuto successo tutti, da Riccardo Fogli a Pupo, da Toto Cotugno a Romina e Al Bano, perché io no?
Quindi ha partecipato alle celebri tournée americane degli anni 70…
In America del Nord seguivo Mike Bongiorno in una specie di piccolo Festival organizzato da lui; (sorride) ogni volta ripeteva: ‘Si va a Manhattan’, e pronunciava ‘Manhattan’ calcando molto sull’acca.
Da vero newyorchese.
Doveva sfoggiare il suo essere di madrelingua.
In generale Bongiorno c’era o ci faceva?
In gran parte direi la seconda, perché era molto intelligente e aveva capito la forza di certe battute, allora ci marciava; (pausa) e poi è stato il mio scopritore: è lui ad avermi dato l’opportunità di un provino discografico.
Conosciuto, come?
In Sicilia, durante uno dei suoi eventi, dove presentava una lacca, della cosmetica o qualcosa di simile: nella prima parte dello spettacolo coinvolgeva i cantanti del posto; avevo 13 anni e mi sono presentata con mio padre.
E lì?
Canto la prima canzone e subito dopo mi prende da parte: ‘Piccolina sei con qualcuno?’ ‘Con papà’. ‘Datemi il numero di telefono: vi chiamerò così venite a Milano’.
Lei tredicenne davanti al mito…
In silenzio, affascinata. Lo guardavo come fosse la Madonna (e mima uno sguardo estatico); mica ci credevo, era mio padre a tranquillizzarmi. Esattamente un mese dopo è squillato il telefono.
Oggi è una delle più brave.
Grazie.
Chi è al suo livello?
Non ne ho idea, però sono la più naturale, nel bene e nel male (e sposta i capelli, mostra il viso).
Sta in forma, i maligni diranno “chissà se è vero”.
(Ri-sposta i capelli) Guardi. Non ho alcuna cicatrice, anche perché ho il terrore della chirurgia e dei cambiamenti.
Alcune colleghe non hanno lo stesso timore.
A volte le incontro o le guardo in televisione e mi imbarazzo.
Addirittura.
Non le riconosco: ‘Ma chi è quella lì’; (pausa) non le dico chi, alcune sono amiche.
Tra artisti c’è vera amicizia?
Con Loredana (Bertè) lo siamo da una vita, certo a modo suo, un modo molto particolare. Per fortuna la conosco bene e sono passata sopra a tante situazioni.
Quindi c’è amicizia.
Perché non provo invidia.
Neanche di un brano.
Magari dico ‘avessi avuto questa canzone’.
Esempio.
Fai rumore di Diodato sarebbe perfetta, infatti l’ho chiamato: ‘Me ne scrivi una?’.
Risposta?
‘Sono un po’ particolare, introverso e non riesco neanche a realizzarle per me’; poi ha aggiunto: ‘Magari quello che penso non è adatto a te’.
Infatti Bigazzi la interrogava prima di scrivere.
Voleva sapere tutto, era come un sarto pronto a cucirmi il vestito addosso.
Come Montagne verdi.
Quella è la mia storia, la storia di una ragazzina che lascia gli amici, la scuola e il coniglio dal muso nero.
Aveva un coniglio?
No, rappresentava la bambola sul letto e il mio cuore da ragazzina; è un testo profondo e molti non l’hanno capito.
Era felice di quell’avventura?
Le montagne verdi erano le mie speranze.
E qualche rinuncia.
Niente vita da teenager.
Niente leggerezza.
Quella sì, per fortuna. Anche se sono passionale in tutto quello che mi accade.
Sembra equilibrata.
È vero. Lo sono.
Da sempre?
Sempre stata una brava ragazza.
Però l’hanno tentata.
Eccome; sono passata vicino a persone che si drogavano, bevevano, che ne combinavano di tutti i colori e si sono persi; ma grazie a mia madre ho sempre saputo qual era la strada giusta.
Una ragazza che nel 1972 a Sanremo era sul palco insieme a Milva, Nada, Dalla, Bobby Solo…
Si rende conto?
Cosa ha pensato?
Ero felice di stare tra di loro e convinta delle mie qualità; (pausa) venivo dalla gavetta ed è fondamentale, come è accaduto ora per Elodie: ci ha messo anni per emergere.
Avrebbe vinto un talent?
Credo di sì, ma in qualche modo mi è successo: al concorso di Venezia, del 1971, eravamo in 100.
Secondo Mara Maionchi sul palco bisogna risultare erotici.
Ce l’ho di natura, non lo faccio.
Bene.
È venuto fuori a trent’anni, prima mi vergognavo del mio lato sexy.
Con Nell’aria.
Un brano tra virgolette erotico.
Senza virgolette.
Il testo l’hanno capito dopo anni, nessuno aveva focalizzato cos’era la gatta (recita il brano: “La mia voglia è grande, è scandalosa ormai; c’è una gatta accanto a me e non rinuncia a lei”).
Lei rideva.
Un po’; ricordo ancora il fax inviato da Mogol con sopra il testo: io e Gianni lo riceviamo, leggiamo, Gianni contento e io che gli domando: ‘Di quale gatta parla?’. ‘Miao, miao’. ‘L’hai letto bene? Sembra pornografico’. ‘Marcella, te lo puoi permettere’.
Suo fratello non si è ingelosito.
Proprio per niente, con Mogol che aveva in testa pure il giusto look da adottare: ‘Gonna con lo spacco, magliettina quasi trasparente, niente reggiseno e si deve intravvedere il reggicalze’.
Alla Eyes Wide Shut.
Abbiamo iniziato a litigare: ‘Per me questo non è sexy, lo sarà per te che sei anziano’. ‘Non capisci niente’. Alla fine ho indossato la guêpière e un bel décolleté.
Le hanno proposto calendari o foto sexy?
Certo, ma per carità.
Film erotici.
Sì, già dopo Montagne verdi; uno era veramente spinto con il mio manager che urlava, riferito al produttore, ‘io lo ammazzo’.
Nell’aria l’ha cambiata?
Mi ha reso più consapevole del mio fascino.
Un potere in più.
La donna consapevole, femminile, ha un vantaggio in più ed è anche per questo se sono un’icona gay; (sorride) tacchi e guêpière fanno parte di me.
Ha dichiarato di cucinare in tacchi.
Io e mio marito non sopportiamo le ciabatte.
Colleziona scarpe.
Ne avrò 300 paia.
Stalker ne ha avuti?
Uno pazzesco; ero in albergo a Sanremo, mi chiamano dalla reception: ‘C’è suo marito che l’aspetta al bar’. ‘In realtà è qui accanto a me’. ‘No, è al bar’. Insomma, un tizio si era spacciato per mio marito e non è finita qui: per un mese è vissuto in una tenda davanti a casa mia e di mia mamma.
Da avere paura.
Era appena uscito dal carcere (cambia discorso) lo sa che ho firmato con Bmg per un disco d’inediti? Sarà prodotto da Federico Nonato e ci sarà sempre il mio manager, Pasquale Mammaro.
Quando esce?
Ne parleremo un’altra volta, ma sono tanto contenta.
La prima volta che ha detto “sono famosa”.
In taxi quando alla radio, durante la Hit Parade di Luttazzi, mettono un mio pezzo.
Primo acquisto.
La casa per i miei.
E per lei?
Non lo ricordo, sicuramente un vestito o delle scarpe.
Temeva il palco?
Mai, lì trovavo e trovo la mia forza; era Gianni quello terrorizzato, gli veniva la febbre.
Altri terrorizzati?
Anna Oxa sembrava glaciale, algida ma credo fosse un modo per vincere la paura
Tecnicamente chi l’ha stupita in questi anni?
Lucio Battisti era un fenomeno, anche se timidissimo: quando parlava difficilmente ti guardava negli occhi.
E Mina?
Siamo state molto amiche; circa 15 anni fa l’ho incontrata, per caso, in spiaggia, a Forte dei Marmi: da lontano ho riconosciuto la sua sagoma e l’ho chiamata. Con me c’erano pure mamma, Mario (Lavezzi) e Ornella (Vanoni).
E…
(Ride) Ci mettiamo a chiacchierare fino a quando mia mamma se ne esce malissimo: ‘Signora Mina… lei mi scuserà signora Vanoni, ma Mina è Mina’. E io: ‘Mamma!’ ‘Marcella, sono sincera, lo sai’.
Felice la Vanoni.
Ha odiato mia madre e pure Mina; sono schietta come mamma e non va sempre bene.
Vince il politically correct.
Meglio frenarsi.
In Giappone si è frenata? Sono molto attenti…
Lì la gaffe è stata loro: alla mia prima conferenza stampa, con almeno 50 giornalisti presenti, alla fine uno alza la mano e domanda: ‘Quante volte va in bagno?’. E poi non contento: ‘E come la fa?’. L’ho mandato via.
Verità o leggenda: è stata corteggiata da Iglesias…
Gli piacevo.
Lui era così affascinate?
Cenavamo, a un certo punto cambia il tono di voce, cambia la postura, mi prende le mani e mi guarda negli occhi: ‘Marcelita, tieni il fidanzato?’. ‘Sì, è qui’. Ha immediatamente mollato la mano e mutato atteggiamento.
Era naturale o costruito?
Quando arrivava in Italia pretendeva quattro o cinque modelle sempre attorno a sé. Era scena organizzata.
Il cantante più sexy che ha incontrato.
Non mi interessano, preferisco uomini di un ambiente differente. Perché in casa, di diva, ci devo essere solo io.
Chi è lei?
Ho ancora tempo per capirlo.