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 2023  maggio 20 Sabato calendario

Perché va ridiscussa la funzione del servizio pubblico



Forse va ripensato il concetto di servizio pubblico, forse, invece di discutere dove collocare Milo Infante o Gianmarco Chiocci o Bianca Berlinguer, sarebbe il caso di chiedersi perché, per la seconda sera di fila, i tre canali generalisti della Rai non si siano impegnati in prima serata a parlare della tragedia che ha colpito l’Emilia-Romagna, con morti, dispersi e danni incalcolabili. Un tempo, in occasioni come questa, la Rai diventava il canale di riferimento, raffigurava il senso di comunità.
Giovedì sera è toccato invece a «Piazzapulita» (La7) e a «Diritto e rovescio» (Rete4) occuparsi dei paesi devastati. Soltanto alle 23.20, Bruno Vespa ha affrontato il problema con numerosi ospiti e servizi sul posto: «Porta a porta» (Rai1). Ripeto: forse va ridiscussa la funzione del servizio pubblico, che ormai sembra una fiammella tenuta accesa dai dirigenti, dai giornalisti e dai conduttori più anziani, come se gli ultimi arrivati non avessero più nessuna nozione del ruolo che la Rai ha svolto in passato. Azzardo: come se non sapessero più quale sia il loro compito e il loro mestiere.
Sarà per questo motivo che ora Bruno Vespa sembra una spanna sopra gli altri. Giorni fa, a «Cinque minuti», era ospite il prof. Domenico De Masi. Mi sono occupato più volte di lui per manifestargli la scarsa stima che nutro per il suo pensiero e per le sue prese di posizione, per l’essere diventato una sorta di guru dei Cinque Stelle e di Giuseppe Conte, per il suo pacifismo da salotto. Basta andare su Rai Play e rivedere la puntata (dura, appunto, cinque minuti) per apprezzare la forza con cui Vespa cerca di rintuzzare il vaniloquio di De Masi.
L’impressione è che a De Masi non importi nulla dei contenuti di una discussione: sembra pronto a sostenere qualsiasi tesi pur di ritagliarsi un ruolo di intellettuale spregiudicato, vanitoso. Il suo scopo principale è essere al centro dell’attenzione; non gli importa nulla sapere che in Ucraina si muore anche per un ideale. «Lei al posto di Zelensky che farebbe?», gli ha chiesto Vespa. De Masi ha risposto che avrebbe chiesto a queste persone: «Preferite stare sotto la peggiore dittatura o morire? Da morti non ci si può riscattare». Ma così muoiono le democrazie.