Corriere della Sera, 19 maggio 2023
Il premio Nobel Parisi è certo che questi cambiamenti climatici dipendano dall’attività dell’uomo
ROMA Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica, ci aiuta a capire? In Emilia-Romagna in meno di due mesi si è passati dall’emergenza siccità alla tragedia delle alluvioni di questi giorni. Cosa sta succedendo?
«Sono eventi estremi ai quali dobbiamo abituarci».
Perché dice che dobbiamo abituarci?
«Sono eventi che dipendono dai cambiamenti climatici, dall’aumento della temperatura. E noi per combattere questi cambiamenti stiamo facendo davvero pochino».
Noi chi?
«La comunità mondiale. Ma anche noi in Italia».
È certo che questi cambiamenti climatici dipendano dall’attività dell’uomo?
«Assolutamente sì. È per via delle emissioni di CO2 (anidride carbonica, ndr)».
Non tutti gli scienziati dicono questo.
«Quelli che negano il nesso sono meno dell’1 per cento degli scienziati del campo. Ma è provato senza possibilità di dubbio. Ed è per questo motivo che hanno dato il Nobel a Manabe e Hasselmann, che lo hanno vinto con me».
Come si fa a dimostrare che l’aumento della temperatura dipende dalla CO2 e non da fluttuazioni climatiche?
«La storia della temperatura della Terra è analizzata con notevole precisione. Anno per anno si conosce la temperatura media della Terra».
Come si fa a stabilire la media della temperatura?
«Dai cerchi che segnano i tronchi degli alberi, dai segmenti di carotaggi polari. Un aumento così rapido della temperatura come negli ultimi 40 anni non si era mai visto».
E come si fa a capire che dipende proprio dalla CO2?
«Ci sono modelli dell’atmosfera estremamente precisi che paragonano quanto sarebbe stato l’aumento trascurabile – forse nullo – della temperatura senza CO2 e quello che abbiamo con la CO2».
Perché l’aumento comporta disastri ambientali?
«Nelle regioni polari la temperatura è aumentata di 3, anche di 4 gradi per via dell’aria calda che arriva dall’Equatore. All’Equatore va l’aria fredda che arriva dal nord. Succede quindi che sempre più aria calda va verso il nord e sempre più aria fredda verso il sud. Questa circolazione a cui non siamo abituati aumenta l’energia che si accumula nell’atmosfera e che si sfoga negli eventi estremi».
Cosa dobbiamo fare per evitare questo?
«Realizzare un piano mondiale facendo un accordo climatico soprattutto con l’India e la Cina che insieme fanno quasi metà dell’umanità».
Non è facile fare accordi con l’India e la Cina.
«Sono Paesi molto restii. Poi con la Cina un accordo non può riuscire fino a quando si minaccia la guerra».
E in Italia possiamo fare qualcosa?
«Dobbiamo, non soltanto per i cambiamenti climatici ma anche per noi, per la nostra qualità dell’aria».
Ma cosa in concreto?
«Una transizione energetica reale. Bloccare la nostra dipendenza dal gas, dal petrolio e passare alle energie rinnovabili. L’Enel sta facendo un’enorme fabbrica di pannelli solari a Catania, non basta ma è qualcosa».
E nelle nostre case?
«Cominciamo da una cosa semplice: mettere i doppi vetri a tutte le finestre d’Italia. E su tutti i tetti impianti ad energia solare. Con questa mole di lavori si darebbe anche molta occupazione».