Corriere della Sera, 18 maggio 2023
Cosa dicono i climatologi
È un ciclone nato nel Tirreno meridionale e oggi intrappolato sul Centro Italia schiacciato fra due aree di alta pressione, con il suo carico di aria umida che si scontra con gli Appennini. «La depressione non riesce a fluire da ovest verso est, seguendo il normale flusso della circolazione atmosferica, e ciò ha generato sulla Romagna questa enorme quantità di pioggia» spiega Silvio Gualdi, senior scientist al Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (CMCC), che partecipa al programma Copernicus di previsioni stagionali. «L’altro fattore che contribuisce a rendere questo evento eccezionale è il riscaldamento globale: un’atmosfera più calda contiene una maggiore quantità di vapore acqueo che, quando si verificano queste condizioni meteorologiche, è quindi in grado di produrre molta più pioggia». La siccità prolungata dei mesi scorsi ne ha aggravato l’impatto, «perché un terreno particolarmente secco non assorbe, la pioggia tende a scorrere sul terreno». Meglio abituarsi a quella che rischia di diventare una “nuova normalità”. «Piove meno frequentemente, e quindi aumenta la probabilità di periodi siccitosi, ma quando piove le precipitazioni sono più intense. È una tendenza che secondo le proiezioni dei modelli climatici si accentuerà ulteriormente in futuro». La climatologa del CMCC Paola Mercogliano conferma: «Le attuali condizioni estreme sono simili a quelle che portarono all’alluvione del Po nel 1994 e nel 2000. Quindi non possiamo affermare che sono eventi mai visti prima ma il cambiamento climatico amplifica la loro frequenza e intensità». E prepariamoci ad un’estate più calda ed umida del solito. Gualdi preannuncia temperature più alte rispetto alla media climatica degli ultimi trent’anni. E ancora pioggia: «Tra maggio e luglio è probabile un’umidità superiori alla norma».