il Giornale, 17 maggio 2023
Gli studenti italiani non sanno più leggere
Gli studenti italiani leggono bene ma non benissimo. E lo facevano meglio prima del Covid. Lo dice lo studio quinquennale Pirls, che mette a confronto i risultati scolastici del 2021 dei più importanti Paesi del mondo e che costituisce il primo vero studio su scala internazionale di come il Covid-19 abbia influito sull’educazione dei bambini. L’Italia, che ha partecipato ai test con 222 scuole, 442 insegnanti, 7mila allievi e 5mila genitori, nella classifica della media dei risultati riportati dai bambini alla fine del quarto anno delle elementari si colloca al 20° posto su 57 Paesi, con un risultato di 537, ben superiore al 500 che costituisce la media mondiale. In testa c’è Singapore con 587, davanti a Hong Kong (573), Russia (567) e Inghilterra (558). Dei Paesi Ue ci superano Finlandia e Polonia (549), Svezia (544), Bulgaria e Repubblica Ceca (540) e Danimarca (539). Ci lasciamo dietro competitor come Paesi Bassi (527), Germania (524), Spagna (521), Francia (514). Gli ultimi Paesi della classifica sono la Giordania (381), l’Egitto (378) e il Sudafrica (288). Un risultato soddisfacente, che però assume un’altra luce quando si confrontano i risultati degli alunni italiani nelle precedenti reviews: nel 2016 il punteggio dell’Italia era di 548, nel 2006 addirittura di 551 e la performance del 2021 è la più bassa degli ultimi anni, peggiore perfino del 541 del 2001. Insomma, i bambini italiani nel nuovo millennio non hanno mai letto così male come adesso. E certo non avrà aiutato il blackout della pandemia, con un anno vissuto in smart school. Ma lo studio Pirls presenta molti altri aspetti interessanti. Uno dei tanti è quello che mette a confronto le performance delle femminucce e dei maschietti, con le prime che si comportano decisamente meglio: la loro media infatti di 541, mentre quello dei piccoli colleghi di 534. Va detto che l’Italia non è un caso isolato, anzi in tutti e 57 Paesi si ripete la stessa situazione. Anzi l’Italia è uno dei Paesi dove il gender gap nella lettura è meno pronunciato. Sempre più ampio invece il geographical gap: in 15 anni il divario tra le due macroregion che ottengono il risultato migliore e il più basso – Nord-Ovest e Sud-Isole – è triplicato. Leggono meglio i bambini di famiglie con status socio economico alto (568), quelli di famiglie in cui i genitori amalo molto leggere (553), quelli che frequentano scuole con pochi problemi di disciplina (543) e quelli che non usano i device digitali nei giorni di scuola (548).