la Repubblica, 16 maggio 2023
Mamme in comune
NEW YORK – Una mamma in gamba è bene. Due, è meglio. In tutto il mondo le madri single stanno trovando una soluzione ai loro problemi: vivere insieme, dividendo le spese, come in una comune. Solo che invece di essere formate da figli dei fiori, sono popolate di donne, madri single, divorziate, vedove. Le chiamanomommunes ed è un fenomeno che comincia a diffondersi negli Usa, dove sono più di 300mila quelle in cerca di una casa comune con altre single con cui dividere spese, bollette e prendersi cura dei figli. Ci sono progetti avanzati anche in Francia e negli Emirati. IlNew York Times ne ha parlato partendo dalla storia di Kristin Batykefer, 32 anni, che in pochi mesi ha perso il lavoro nel settore marketing, visto il matrimonio andare in frantumi e una montagna di problemi pratici da affrontare: pagare le bollette, coprire l’affitto e occuparsi della figlia di 4 anni. Due amiche le hanno proposto di andare a vivere con loro, nella casa di 4 camere, a Jacksonville, Florida, e lei ha accettato. Pochi mesi dopo, un’amica di Kristin è finita nella stessa situazione e si è unita alle altre, con i due figli. La loro è diventata una “mommune”, con 4 donne e 3 bambini. Quando una sta male, le altre si occupano di lei. Batykefer ha postato una storia su TikTok con l’hashtag #divorcetok e #singlemomlife, vista più di un milione di volte. «Avrei dovuto pensarci molto tempo prima», ha commentato. Non è la sola.Secondo i dati del Census, il censimento americano, l’80% delle famiglie guidate da single sono formate da donne, considerate più a rischio povertà e sottoposte a maggiore pressione psicologica, bassa autostima e a rischio isolamento. Il divorzio o la perdita di lavoro è un trauma per tutti, ma negli Usa le donne sembrano soffrire conseguenze maggiori, anche perché alla responsabilità di single si aggiunge spesso quella di madre. Dividere le risorse può essere un antidoto anche psicologico e aiuta a superare lo stigma sociale. A Washington Dc, Holly Harper, dirigente nel marketing, un figlio di 10 anni e una di 15, e Herrin Hopper, avvocata, erano due amiche reduci da un divorzio e costrette a lavorare in remoto, durante la pandemia. Hanno deciso di unire i loro risparmi e comprare una casa nel Maryland. Hanno diviso i circa 800mila dollari necessari per l’acquisto. Pochi mesi dopo la comune si è allargata a una madre di due bambini e una single.Questo fenomeno, in realtà, è nato vent’anni fa, cioè quando Carmel Boss, che ora ha 69 anni, lanciò una no-profit, CoAbode, con l’obiettivo di aiutare donne e madri single a vivere insieme, dividendo le spese. In media, spiega il sito, questa formula permette di risparmiare il 40% in un anno, condividendo i servizi: 6mila dollari in meno per una baby sitter, 3.700 per la spesa, 1300 di auto e 8 mila per la casa. Totale 19mila dollari risparmiati contro i 48mila che avrebbero pagato vivendo da sole. Alla piattaforma sono iscritte più di300mila donne. In un’America polarizzata, questo nucleo frutto dell’emergenza rappresenta una risposta alla crisi post-pandemica.E non è solo americana. In Francia è nato un progetto immobiliare dedicato a 14 famiglie guidate da donne, e un altro, per 28 famiglie, verrà inaugurato a fine anno. A Abu Dhabi, una docente irlandese di 42 anni, Anna Dillon, vive con una collega americana, Emily Winchip, con cui divide la stessa storia: anche per loro, la fine di un lungo matrimonioe figli da crescere. Dillon ne ha due, di 12 e 13 anni, l’amica uno di 12. «La soluzione più logica nel mondo spiegano – è condividere». A volte la formula riserva finali inaspettati. Ricordate la coppia che aveva comprato casa a Washington? Le due donne che si erano aggiunte in un secondo momento, dopo una vita di rapporti eterosessuali, si sono innamorate l’una dell’altra e se ne sono andate. Hanno scelto di vivere insieme in un’altra casa, come una famiglia.