Corriere della Sera, 16 maggio 2023
Restituire i Bronzi del Benin
È passata alla storia come uno dei più orribili atti dell’era coloniale, l’invasione militare di Benin City ad opera di una forza di spedizione punitiva britannica nel febbraio 1897, con la distruzione della città africana e il saccheggio della preziosa collezione di bronzi della famiglia reale. Migliaia di piatti, oggetti e statue in ottone, legno e avorio, forse gli oggetti artistici più belli mai realizzati in Africa, vennero strappati dalle sale del palazzo e venduti a collezionisti privati e musei in tutto il mondo. Per questo, negli ultimi due anni, l’impegno a restituire i Bronzi del Benin firmato da numerose istituzioni museali e università in America, Francia, Gran Bretagna e Germania, è stato accolto come risarcimento pur tardivo ma giusto e dovuto nei confronti delle ex colonie. Il governo tedesco, in particolare, ha già iniziato a consegnare alla Nigeria oltre 1.100 artefatti custoditi a Berlino, Lipsia, Colonia, Amburgo e Stoccarda. Ora però, a un mese dalla fine del suo mandato, il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha annunciato che tutti i bronzi restituiti e quelli che lo saranno in futuro diventeranno proprietà privata di Ewuare II, l’Oba di Benin City, capitale dello Stato nigeriano di Edo, monarca che incarna la cultura e la tradizione dell’ex regno. La decisione ha ridato voce a quanti si oppongono alle restituzioni: «Quello che si voleva come il ritorno di un patrimonio culturale, si rivela invece il regalo a una famiglia reale», ha scritto sulla FAZ l’etnologa Brigitta Hauser-Schäublin, secondo la quale c’è anche il rischio che Ewuare II decida di rivendere i bronzi sul mercato dell’arte. Il tema spacca la comunità culturale tedesca: «Il senso della restituzione – ha scritto Die Zeit – è che in futuro sarà lo Stato sovrano della Nigeria a decidere sul destino di questi tesori. Non possono esserci condizioni paternalistiche in questa cessione. E dobbiamo accettare anche decisioni che non ci piacciono».