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 2023  maggio 16 Martedì calendario

Ma che ce frega, noi c’avemo Pino Insegno

Piero Fassino aveva una banca, finalmente il capitalismo vira a sinistra; la Rai di Giorgia Meloni ha Pino Insegno, finalmente la weltanschauung culturale vira a destra: è l’evoluzione della specie. Come no? La nuova Rai ha blindato Pino Insegno e quando ci si è assicurati Pino Insegno, lei m’insegna, si può guardare al futuro con fiducia. Fabio Fazio se ne va? E chi se ne importa: noi abbiamo Pino Insegno. Ma questo scacco matto alla stagione di Affari tuoi è solo la prima mossa di un progetto più ambizioso, di un telemercato che coinvolge i conduttori di prima fascia, specie quelli che ospitano l’attualità politica; a contenderseli sono i politici stessi, così come i proprietari dei ristoranti si contendono gli chef (immaginiamo con quale spirito di indipendenza).
Dice: ma i programmi? I programmi non esistono, o meglio sono solo e sempre lo stesso programma, il Grande Tinello Unico con gli stessi ospiti, dove cambia solo lo chef, pardon, il conduttore. Negli anni 80 ci si contendeva Pippo Baudo e Raffaella Carrà per un nuovo varietà; ora ci si contende i Porro e i Giletti per poltrone e sofà uguali agli altri, però tappezzabili a proprio gusto.
Due sono i criteri della campagna acquisti: l’amicizia personale con Giorgia o chi per lei, oppure la capacità di spostare la narrazione in favore “dell’azionista di riferimento”, per dirla con il vero fuoriclasse della situazione, Bruno Vespa: mentre gli altri provano a saltare sul carro del vincitore lui sta già a cassetta. C’è anche chi scende, come Fabio Fazio, il più garbato e innocuo dei conduttori. Piena solidarietà, tuttavia da un certo punto di vista Fazio è un genio: sono vent’anni che non inventa nulla e ripete se stesso in modo sempre più prevedibile. Quando sembrava davvero a un passo dalla fotocopia, eccolo cambiare rete dove – vediamo e prevediamo – riproporrà lo stesso programma con gli stessi ospiti da vent’anni, ma dando la sensazione che sia la prima volta. Un genio. Della cui concorrenza, però, alla Rai se la ridono: noi abbiamo Pino Insegno.