il Giornale, 14 maggio 2023
Il comune più povero d’Italia è in provincia di Como
Giù al Nord c’è il paese più povero d’Italia. Si chiama Cavargna ed è il comune più alto della provincia di Como, quasi al confine con la Svizzera. Numero abitanti: 172. Numero contribuenti: 94, ciascuno con un reddito annuo di 6.314 euro. In pratica l’intero paesino «fattura» meno di 600mila euro, come un buon calciatore di serie B. Un paradosso che in parte si spiega con il fatto che buona parte dei cavargnoni lavora in Svizzera e paga lì le tasse. Bizzarrie dell’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, che ha messo in fila i 7.901 comuni italiani in base ai dati del Mef sulle dichiarazioni dei redditi del 2021. Se il più povero è uno dei più settentrionali, quello più ricco è ben sotto la fatidica linea gotica: si chiama Lajatico, è in provincia di Pisa e il reddito medio è di 54.708 euro, quasi nove volte quello di Cavargna. Deve buona parte della sua floridità alla presenza nella lista dei contribuenti di «sua cantità» Andrea Bocelli, che qui ha voluto realizzare anche il Teatro del Silenzio, dove per volere dell’artista si tiene solo uno spettacolo all’anno. Chiaro che su un totale di 985 contribuenti una dichiarazione dei redditi fuori scala come quella di Bocelli pesi tantissimo, gonfiando il reddito medio per pura ragion di statistica, che è quella scienza che, come diceva Trilussa, se pure non mangi nessun pollo comunque risulta che te ne sbafi uno «perché c’è un antro che ne magna due». Va detto che il resto della classifica è più corrispondente ai cliché che vuole gran parte della ricchezza italiana concentrata al Nord e le buste paga dimagrire man mano che si scivola lungo la dorsale appenninica. Nelle prime trenta posizioni della classifica figurano ben diciannove comuni lombardi, sei piemontesi, tre liguri e due toscani (oltre a Lajatico c’è, al 13esimo posto, Forte dei Marmi, di fatto una colonia lombarda). Insomma, il Nord rimette la chiesa al centro del villaggio dei ricchi. Al secondo posto della lista delle Paperopoli italiani c’è Basiglio, in provincia di Milano (49.325 euro di reddito medio), nel cui territorio non a caso sorge Milano 3, che negli anni Ottanta decuplicò la popolazione di quello che prima era un placido borgo agricolo alle porte della metropoli. Terza la nobile Portofino (45.617), quarta Bogogno in provincia di Novara (42.366) e quinta Varenna nel lecchese (42.254). La prima grande città è Milano (al 12° posto con 37.189 euro di dichiarazione media), mentre nella «top 30» non figura nessun altro capoluogo di provincia. I primi sono Monza (33°), Bergamo (39°) e Pavia (57°). Roma si posiziona piuttosto bene, al 120° posto con 37.189 euro, davanti a Firenze, Torino e Genova. A Sud il comune più ricco è quello di Sant’Agata li Battiati nel Catanese (28.055 euro) che si piazza al 155° posto complessivo. Tra i comuni capoluogo «vince» Cagliari (26.985) davanti all’Aquila (23.727), Bari (23.427), Napoli (22.603), Palermo (21.850) e Catanzaro (21.685). In fondo alla classifica appena davanti a Cavargna tutti comuni frontalieri lombardi (Val Rezzo, San Nazzaro Val Cavargna) e piemontesi (Valle Cannobina e Gurro. Al penultimo posto Castelmagno, nel Cuneese. È proprio vero: il formaggio non dà la felicità.