Tuttolibri, 13 maggio 2023
Su "Che cosa fa la gente tutto il giorno?" di Peter Cameron (Adelphi)
Che scrittore meraviglioso, Peter Cameron. In questa raccolta di racconti, Che cosa fa la gente tutto il giorno?, è riuscito a distillare, con la grazia di una scrittura rivelata, tutto il dolore e l’inadeguatezza di una generazione nata e cresciuta nell’America degli anni Ottanta, che ha perso i punti di riferimento e può solo sopravvivere, giorno per giorno, senza neppure provare a schivare i colpi bassi della vita. Famiglie, case, amanti, matrimoni: i rifugi sicuri da cui sono stati educati a dipendere non garantiscono più riparo o stabilità a personaggi in cerca di un’identità, che si mostrano vulnerabili e insicuri di fronte alle cose che accadono, anche all’Aids che fa capolino nella narrazione. Cameron ci racconta le piccole cose delle piccole vite di questi uomini e donne non memorabili, un’umanità sconsolata ma non triste, che suscita piuttosto tenerezza e ci apre le porte a un mondo che assomiglia molto a quello dei racconti fulminei di Raymond Carver, un mondo rischiarato dai riverberi della luce al neon di una tavola calda di Edward Hopper.
Di Peter Cameron Adelphi sta pubblicando tutta l’opera e sono usciti nove titoli, tra cui ricordiamo i più noti Un giorno questo dolore ti sarà utile (da cui il film di Roberto Faenza) e Quella sera dorata (da cui il film di James Ivory). I dodici racconti riuniti in questa raccolta sono apparsi originariamente in rivista tra il 1984 e il 2014 (da Rolling Stone al New Yorker da Grand Street a The Yale Review e Amica), con l’eccezione di Che cosa fa la gente tutto il giorno, incluso in One Way or Another (1986), la prima raccolta di racconti di Cameron. Questi scritti, alcuni pubblicati quando era poco più che ventenne, segnano la nascita di un raro talento; letti tutti insieme rappresentano quasi un romanzo corale suddiviso in capitoli a sé stanti, nei quali anche situazioni e nomi talvolta si ripetono e si sovrappongono.
Cosa fa quindi la gente tutto il giorno? In una parola, sopravvive. Al destino. Alla solitudine. Alle scelte (forse sbagliate, ma chi può dirlo) da cui non si torna indietro. Alla malattia. Non si ribellano, i personaggi di questi racconti. Provano tutt’al più a cambiare città, a fuggire da situazioni, a rifugiarsi casomai in un parco a tema per turisti. Cosa fa la gente tutto il giorno è la domanda che potrebbe essere rivolta a ognuno di noi. Nel racconto in questione, che dà il titolo alla raccolta, ognuno fa il contrario di quello che dovrebbe secondo i canoni sociali correnti. Una donna va di nascosto a trovare suo figlio e a nuotare nella piscina della casa dove l’ex marito vive con la nuova moglie e il nuovo figlio, la giovane baby-sitter ha una relazione con il marito, il marito cerca di cambiare lavoro e tenere la vita in carreggiata ma a dominare è un languore di scontentezza, e l’uomo pensa che basterebbe sapere cosa cambiare che tutto tornerebbe a posto. Ma sarà poi vero? Perché le cose non vanno mai come dovrebbero? Perché gli amori svaporano e non viaggiano in sincrono (Area Arrivi e Partenze), i sogni svaniscono (Il mercatino d’inverno), le speranze non si avverano. Cosa spinge un uomo a tenere un cagnolino di nascosto in uno sgabuzzino e portarlo fuori di notte facendo sospettare alla moglie di avere un’amante (Il cane segreto)? Non ci sono risposte, perché non basta cambiare qualcosa perché tutto torni a posto. Il presente è un luogo difficile da abitare e a Cameron piace scrivere di persone che hanno difficoltà a rapportarsi con il mondo e con la propria esistenza, a smontare certezze, a rovistare negli angoli bui e segreti dell’anima, dove pochi hanno il coraggio di andare a guardare, perché quello che si può trovare è spesso spaventoso. O semplicemente inutile.
Il tutto - va da sé per chi già conosce questo raffinato scrittore - con una penna feroce, talvolta così tagliente da definirla chirurgica nel suo sarcasmo urticante, che riesce però ad essere anche rotonda e armoniosa. Come ci riesca è il segreto del suo genio letterario.