Robinson, 13 maggio 2023
L’amore tra Fersen e Maria Antonietta
Ma cosa scriveva mai la regina Maria Antonietta al bel Fersen, perché lui cancellasse tante righe delle sue lettere – devotamente conservate a rischio della vita – coprendole con ghirigori d’inchiostro? Quei cerchi detti “asole”, strette e convulse, le hanno sottratte per sempre allo sguardo – e alla curiosità – dei posteri. E invece ecco che un anno di ricerche scientifiche – il progetto Rex – è riuscito a rendere leggibili gli originali censurati: si trattava di distinguere tra inchiostri diversi, identificarne le differenti composizioni chimiche, “sogliate, cioè rese binarie”: e tramite ulteriori operazioni, non invasive per le pregiate carte vecchie di due secoli ( imaging iperspettrale, scanner a fluorescenza a raggi x, e “algoritmi classici” per rimuovere “il rumore dell’immagine ricostruita”) il testo nascosto è riaffiorato. È facile immaginare l’emozione degli scienziati e ricercatori ( Florian Kergourlay, Christine Andraud, Anne Michelin, Fabien Pottier e Pauline Lemaigre- Gaffier) nel veder risorgere il passato, con una metodologia che d’ora in poi si potrà usare per qualsiasi testo “caviardato”, come si dice ora in Francia: cosparso cioè da cancellature simili a chicchi di caviale.Il sontuoso volume riproduce gli originali e la trascrizione della Corrispondenzasegreta tra Maria Antonietta e Axel von Fersen, nella preziosa cura di Isabelle Aristide- Hastir e la traduzione di Alvio Patierno. Nella ricchissima introduzione, Benedetta Craveri illumina il senso recondito di queste intimità rimosse, e la necessità di rivedere le immagini interiori che abbiamo, care e ben radicate, della regina pop di Sofia Coppola, dell’autrichienne della propaganda rivoluzionaria, della sovrana martire dei tradizionalisti. “Drammatica”, definisce subito la Craveri questa corrispondenza rivelata, destinata certo in prima istanza a soddisfare la curiosità indiscretadei lettori. La stampa clandestina attribuì alla regina una relazione saffica con la Polignac, l’amicizia intima con la principessa di Lamballe, molti amanti: e si rilevava come le sue gravidanze dopo il 1783 coincidevano con i ritorni di Fersen alla reggia. Maria Antonietta aveva conosciuto in quel 1774 il conte Axel Fersen, splendido militare svedese, a un ballo in maschera – dove l’incognito consentiva di trascurare l’etichetta; avevano vent’anni, e non si sarebbero mai più persi.Delle 578 lettere che si scambiarono, la sessantina ora riemersa in chiaro risale agli anni 1791 e ’ 92, e è tutto quello che ne resta in Francia – che l’ha acquisita dalla famiglia Fersen. Il cameriere del conte distrusse tutte le sue carte dopo la fallita fuga di Varennes, nel timore di perquisizioni; Fersen conserverà, negli spostamenti e nelle fughe, il faldone delle altre lettere della regina, che ricopiava personalmente ( scopriamo) per cancellarne la grafia, censurandone le parti compromettenti. Nascoste in cappelliere e dissimulate con inchiostri simpatici, per la cifratura usano parole- chiave tratte da libri assai interessanti: il romanzo preromanticoPaul e Virginie e laStoria delle rivoluzioni inglesi del gesuita Père d’Orléans e del semi-philosophe Turpin.La regina ha 36 anni, dopo Varennes ha, di colpo, i capelli bianchi; lasarta deve stringerle le gonne; gli abiti sono ormai rari e nelle modeste tinte alla moda, come il color “pulce”; le scarpe rimodernate con nuovi fiocchi; non si parla più di gioielli; l’etichetta, alle Tuileries, è semplificata. il conte, per salvare lei e il monarca, si muove per tutta l’Europa: in carrozza, ha difficoltà a andare a cavallo; e usa gli occhiali. Ma le effusioni sentimentali che i due si scambiano sono forti: «Vivo, ed è per adorarvi», «l’universo non è niente senza di voi»; affiora la gelosia: e davvero siamo accolti nell’intimità di un amore. Espresso, impariamo, nel registro di una regalità sostenuta e decente. E sempre intrecciato all’esercizio della politica.«Il re può contare su un solo uomo, sua moglie» : da quando Fersen ha riportato questa frase di Mirabeau, e soprattutto da quando conosciamo le lettere di Maria Antonietta all’ambasciatore austriaco Mercy, messole accanto dalla madre Maria Teresa per favorire gli interessi della casa d’Austria, possiamo valutare l’evoluzione di Maria Antonietta dalla sventata, frivola adolescente alla donna politica, che sposta l’asse dei suoi interessi – da quando è madre – da Vienna alla Francia dei suoi figli.Si augurano le curatrici che questi nuovi lavori su Maria Antonietta siano propizi a aprire una visione storica di genere.Eppure, nella burrasca della Rivoluzione, l’ansia velata di tanti progetti politici è, a sorpresa, la paura dei Principi – i fratelli del Re, che, a Coblenza, vivono allegramente con le loro amanti e armano l’esercito degli émigrés e delle potenze controrivoluzionarie. Occorre evitare che prendano le redini, la rivendicazione e poi il compenso dell’invasione della Francia. Il regno sarà certamente spartito, lo si vorrà indebolito: ma quello che più spaventa è che i Principi si intestino, sottraendola al legittimo Luigi XVI, la recuperata monarchia assoluta – il fratricidio.