la Repubblica, 12 maggio 2023
Biografia di Andrea De Gennaro
Dicono di lui: «È ben voluto da tutti», «non è un capo divisivo», «saprà gestire senza strappi», «impegnato nella lotta alle mafie», «tifosissimo della Roma e attaccato alla famiglia », «è un uomo di relazioni», «non è solo “il fratello di”», «per fortuna non è come il fratello». A stare a chi lo conosce da una vita, da quando 46 anni fa indossò per la prima volta la divisa grigia della Guardia di finanza da giovane tenente della sezione antidroga della polizia tributaria di Genova, il generale di corpo d’armata Andrea De Gennaro guiderà le Fiamme Gialle senza rivoluzioni, ma raccogliendo l’eredità e il metodo del predecessore, di cui ha occupato pro tempore il posto martedì scorso, durante l’inedita “cerimonia di avvicendamento” senza avvicendamento.
La nomina di De Gennaro al posto del generale Giuseppe Zafarana (passato alla presidenza dell’Eni), si è infatti sbloccata solo ieri, dopo giorni di tensioni e veti incrociati tra la premier, il ministro dell’Economia e il ministro della Difesa. Uno stallo che, appunto, non aveva permesso di annunciare il nuovo comandante generale durante la cerimonia di martedì, lasciando nell’imbarazzo i vertici. «La scelta sarà presa nei prossimi giorni», aveva detto dal palco il ministro Giorgetti. Che ieri, dal Giappone dove è in visitaper il G7, ha ceduto sul candidato proposto da Giorgia Meloni e dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Il reggente, dunque, diventa Capo: al prossimo Consiglio dei ministri sarà ufficializzata la nomina.
Sessantaquattro anni a dicembre, sposato e padre di tre figli, Andrea De Gennaro porta un cognome di peso: suo fratello Gianni, di dieci anni più grande, è stato Capo della Polizia ai tempi del disastroso G8 di Genova, poi direttore del Dis (servizi segreti) infine, dopo un passaggio come sottosegretario del governo Monti, presidente di Leonardo fino al 2020. Soprattutto è stato il riferimento di una stagione di intendere il settore sicurezza in Italia che sembrava finita, ma invece è tornata. E non (soltanto) perchè ora tocca al fratello.
A parte una vaga somiglianza somatica, i due hanno caratteri e modi diversi. Conviviale e attento ai rapporti sociali (alla presentazione del rapporto del Dis, davanti ad Alfredo Mantovano ed Elisabetta Belloni, nuovi king maker del settore sicurezza, era apparso particolarmente sorridente), Andrea De Gennaro è laureato in Giurisprudenza e in Scienze della sicurezza economico finanziaria, vanta un master in diritto tributario internazionale alla Bocconi, ed è un abituale frequentatore della Tribuna 1927 dello Stadio Olimpico, lo spazio dei tifosi vip della Roma. Uscito dall’Accademia nel 1982, assume il primo incarico a Genova. Da lì comincia a girare l’Italia: prima al nucleo centrale di polizia tributaria di Roma, poi alla guida del comando provinciale di Bergamo e, dal 2001 al 2004, del nucleo regionale di polizia tributaria di Firenze. «Non è un uomo da scrivania», sostengono i colleghi con cui ha lavorato. Approda al Comando generale nel 2004, prima all’ufficio operazioni e poi al reparti comunicazione. Quattro anni in totale che lo hanno portato poi a dirigere il comando provinciale di Roma, prima di lasciare temporaneamente la Gdf. Passato alla guida della Dcsa (organismo interforze del Viminale specializzato nel servizi antidroga), nel 2013 riesce ad arrestare in Colombia Roberto Pannunzi, massimo referente dei cartelli per la vendita di cocaina alla ‘ndrangheta, in un’inchiesta coordinata dal pm Nicola Gratteri.
Rientra in Finanza nel 2014, transita come capo in diversi comandi regionali e interregionali, fino a guidare i Reparti special i. Al oomando generale si aspettano dei cambiamenti rispetto ad alcune ultime scelte prese da Zafarana perchè non sempre, seppur con il rispetto istituzionale, le aveva condivise. Martedì alla cerimonia di commiato era nelle prime file, come da protocollo. «Andrea era arrabbiato? No, non lo conoscete» diceva un suo collega e amicogenerale. «Secondo me era emozionato. Perchè sa che la prossima volta tocca lui». Così è stato.