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 2023  maggio 13 Sabato calendario

Il ministro Sangiuliano ha già 16 consiglieri

“Se invece di fare il campeggio fuori dall’università, certi pseudo studenti passassero il tempo a studiare, potrebbero costruirsi un futuro migliore” ha detto ieri Francesco Giubilei, uno dei 16 consiglieri scelti dal ministro Gennaro Sangiuliano per essere coadiuvato delle sue funzioni. Con consigli come questo. Da novembre a oggi, il ministro ne ha già nominati 16, suoi diretti collaboratori: sono tre in più di quelli, già record, nominati da Dario Franceschini. Che però ne aveva previsti un massimo di 20, da regolamento.


Sono figure scovate al di fuori dell’organigramma del ministero (che pure è dotato di uffici legislativi, dedicati al bilancio o a tutte le questioni chiave), per occuparsi di temi che stanno a cuore al Ministro. Tra questi, senza dubbio, il Meridione. Non solo sette su 16 consiglieri hanno forti legami con la Campania, ma uno di essi, Luciano Schifone, avvocato, ex Msi e An, già consigliere regionale di FdI in Campania, ha il compito di occuparsi proprio di “questioni del Mezzogiorno”. Ci sono poi l’avvocato Rino Sica, scelto per occuparsi di diritto d’autore e digitalizzazione; il professor Gianni Lepre, vicepresidente del Centro Studi di Casartigiani Napoli, a occuparsi di “piccole e medie imprese, reti e distretti produttivi e dell’artigianato d’eccellenza”; Giuseppe Cuomo, avvocato, ex sindaco di Sorrento, per la “qualità, valorizzazione e tutela del paesaggio”. E poi Emma Giammattei, professoressa emerita di Letteratura all’Università Sant’Orsola di Napoli, a occuparsi di “cultura letteraria e filosofica e per l’umanesimo digitale”. E ancora: Antonio Cilento, professore all’Università Parthenope di Napoli, come consigliere giuridico a titolo oneroso; e Bianca Bellucci, magistrato che dal 2021 ha collaborato con la Presidenza del Consiglio, consigliera a titolo gratuito.


Diversi i casi di altri tre consiglieri. Beatrice Venezi, giovane direttrice d’orchestra che, ha spiegato a Sanremo nel 2021, ritiene di dover essere chiamata direttore: famiglia solidamente a destra (il padre fu candidato sindaco di Forza Nuova a Lucca), consigliera per la musica. Il già citato Giubilei, editore trentenne e opinionista tv noto per le sue posizioni conservatrici e classiste e soprattutto le innumerevoli uscite a vuoto, a occuparsi di “promozione della cultura tra i giovani”. Nuccio Bovalino, sociologo, dottorato a Parigi e docenza a Reggio Calabria, già indicato da Meloni come opinionista gradito per la Rai, si occupa di innovazione. Per loro il compenso previsto è di 40 mila euro annui. Il ministero però nega che la militanza politica sia stata uno dei criteri nelle scelte: tutti i consiglieri, spiega, sono stati scelti in base al profilo professionale. Altri 40 mila euro anche per Laura Valente, manager impegnata nel campo della lirica e delle arti performative – ha collaborato con realtà pubbliche e private in particolare a Napoli, ma anche a Roma e Milano – già consigliera di Franceschini: è rimasta con lo stesso ruolo, “nuovi progetti museali”. Il compenso più corposo però va a Giorgio Carlo Brugnoni, ex Cassa Depositi e Prestiti, consigliere economico per 130 mila euro annui. Altri 20 mila euro anche per l’esperto di comunicazione, collaboratore di Rai e Mediaset, Fabio Longo. In totale l’entourage di consiglieri, a oggi, viene a costare 360 mila euro lordi l’anno: 150 mila in più del massimo speso dal già esoso predecessore Pd. Su questo il ministero però nota che la metà dei consiglieri lo fa gratis, e che presto sarà espunto il compenso di Brugnori, nominato vice capo di Gabinetto. In più, essendo stavolta tre i sottosegretari del MiC (più di altri ministeri quali Difesa e Salute), i consiglieri aiutano anche loro.


In generale, sono solo due le riconferme. Valente e Daniel Berger, classe 1938, nei gabinetti e nei consigli del Ministro della Cultura dal 1993, quando, secondo il suo curriculum, avrebbe fatto “parte dello stretto Gruppo di Lavoro per la stesura della Legge Ronchey”, cioè della legge che ha consentito l’esternalizzazione dei servizi culturali pubblici. Tre consiglieri sono over 70: il ministro ha vietato incarichi simili nelle fondazioni lirico-sinfoniche, ma ha un’idea diversa per il suo entourage. Discontinuità sì, ma con cautela.