la Repubblica, 13 maggio 2023
Marco Mengoni non vuole essere perfetto
«Inseguire la perfezione? No, voglio godermi ogni singolo momento. A chi penserò prima di salire sul palco in finale? A Lucio Dalla…».
Marco Mengoni, 34 anni, è forse la vera star di questa edizione dell’Eurovision Song Contest, non solo per gli italiani.
Pantaloni semi-tigrati, camicia nera, stasera si esibirà con paillettes tenebrose e una ammaliante scenografia di Due vite,tra ripide scale di emozioni. I tedeschi Lord of the Lost, anche loro in finale, ne hanno già realizzato una cover, “un ottavo sotto”, e finalmente ieri Mengoni si è visto anche con l’altro italiano, il superospite Mahmood: «L’altro giorno gli ho scritto ma era troppo stanco per rispondere… (ride, ndr). In ogni caso,Due vite è una battaglia interiore, che racconta un’amicizia perduta. Sono molto emozionato, ma per niente preoccupato», dice Mengoni a Repubblica e altri giornalisti dopo la conferenza stampa.
Dunque nessuna pressione, Mengoni?
«No. Sono un essere umano e non me ne frega niente di sbagliare.
Qui facciamo tante prove, molte più rispetto a Sanremo, ma laperfezione mi fa quasi paura.
Cerco di divertirmi, e non penso alla gara in sé. Voglio solo condividere questo pezzo della mia esistenza che èDue vite».
Canzone che stava per sostituire all’ultimo.
«È un pezzo molto personale, racconta un momento strano che ho dovuto attraversare. Ma alla fine ho deciso che valeva la pena portarla anche a Eurovision. Ho lavorato molto sulle emozioni e rappresenta ciò che sento».
Cosa significa tornare sul palco di Eurovision dopo 10 anni?
«Nel frattempo ho fatto tante cose, ho cantato all’estero, la mia carriera è cambiata. Ma, ripeto, voglio godermi ogni singolo momento, soprattutto in una edizione speciale come questa, con il motto “uniti”.
Chiediamo di fermare questa folle guerra, sono felice di essere qui».
Lei è una persona spirituale?
«Credo nell’energia positiva. E mi piace essere rilassato: è una sensazione molto speciale per me». Dormirà prima della finale?
«Oddio, l’altra notte ho fatto un incubo bruttissimo...».
Quale?
«Che era morta mia cugina. Ma ho già fatto un consulto, e sono stato rassicurato da esperti».
C’è un grande della musica italiana cui si ispira prima di occasioni così importanti?
«Mentre scrivevamo questo pezzo, stavo ascoltando moltissimo Lucio Dalla… In queste ore penso a Lucio e a fare come lui, essere musicalmente “sporco”, nel senso buono. Non devi essere perfetto, non devi essere intonato, perché questa canzone scava profondo nella mia vita».
Se vince stasera, come festeggerà?
«Te lo dico dopo (ride, ndr)! No, non ho piani particolari e non voglio pensarci. Semmai dovesse succedere, dirò delle cose, ma vedremo…».