Corriere della Sera, 13 maggio 2023
Consigli non richiesti a Schelin per parlare in tv
Consigli non richiesti. Ospite di Corrado Formigli a Piazzapulita su La7 c’era Elly Schlein. Da vecchio studioso di comunicazione mi permetto alcuni suggerimenti. Per essere comprensibile, Schlein dovrebbe parlare più adagio, rispondere a tono e abbandonare ogni ideologismo (precisazioni, inquadramenti, proclami, princìpi…). In tv funziona il concreto (esempi, fatti, immagini) non l’astratto che è la tomba di ogni eloquio carismatico, in tv funziona una partecipazione più calda, personale e meno dottrinale.
Un esempio: sul capitolo riforme, Schlein ha annunciato «barricate» sull’autonomia differenziata di Calderoli, perché «è una riforma che spacca il Paese». In questi casi, per aumentare l’attenzione dello spettatore, sarebbe il caso di spiegare prima cosa significhi «autonomia differenziata». Poi ha posto le sue condizioni per instaurare un dialogo costruttivo: «Queste sono le condizioni: se è un dialogo vero e se tiene insieme una moratoria delle autonomie». Un dialogo vero che tiene insieme una moratoria delle autonomie? Cosa significa?
Altro esempio, il capitolo sulle lottizzazioni a cui in passato il Pd, o come si chiamava, non si è mai sottratto. Dice Schlein: «Giorgia Meloni sarà l’ultima premier che opera una lottizzazione del servizio pubblico, vogliamo lavorare a una riforma complessiva per l’indipendenza, la libertà e il pluralismo dell’informazione». Promessa generica e molto azzardata, ma soprattutto promessa senza un minimo di spiegazione. Quali sono le soluzioni per evitare la lottizzazione? A un certo punto, la pur brava Alessandra Sardoni le ha fatto una domanda chilometrica (vizio diffuso fra i giornalisti). Alle domande «omnibus» non si risponde, si chiede gentilmente una riformulazione.
All’inizio dell’intervista, a domanda secca Schlein rispondeva in modo pertinente, rendendo vane tutte le bagatelle che abbiamo scritto sull’armocromia. Se viene mostrato un sondaggio con il Pd che cala di un punto, ci vuole la battuta pronta: «Dopo stasera risaliremo di due», cose del genere, cose un po’ galvanizzanti. Eviti, infine, di chiamare per nome il conduttore: «Mi faccia dire, Corrado…». Dica e basta. E scusi la mia intromissione.