Il Messaggero, 12 maggio 2023
Biografia di Lamberto Giannini
In polizia ha scalato il vertice, perché Lamberto Giannini, romano, classe 64, da ieri prefetto di Roma, ma con poteri speciali sul Giubileo, è innanzitutto un grande investigatore e un esperto di terrorismo. Cresciuto negli uffici della Digos della Capitale, dove ha lavorato a fianco di Franco Gabrielli, per poi diventarne il capo, ha guidato il Servizio centrale antiterrorismo e la Direzione centrale della polizia di prevenzione. Sue le indagini che hanno portato a sgominare la cellula della nuove Br, che avevano ucciso i giuslavoristi Massimo D’Antona e Marco Biagi e hanno poi freddato il poliziotto Emanuele Petri. Ma la cifra di Giannini non è solo quella del grande investigatore, è anche il garbo, raro e di altri tempi.
LA CARRIERA
Una laurea in Giurisprudenza alla Sapienza, Giannini, entra in polizia nell89 con il ruolo di vice commissario. Dopo il servizio alla questura di Torino, torna a Roma, alla Digos, e nel 2004 ne diventa il capo. Al vertice rimane fino al 2013. Affrontando anche l’anno più difficile per l’ordine pubblico nella Capitale, il 2011 vanno in scena manifestazioni dure, con la città messa a ferro e fuoco. Giannini, a capo della Digos capitolina che svolge le indagini, riesce a far arrestare molti degli antagonisti e degli ultras coinvolti negli scontri. Gli anni a Roma gli valgono il salto all’Antiterrorismo, che arriva nel 2013. Promosso dirigente superiore di polizia, Giannini viene così nominato direttore del Servizio centrale Antiterrorismo. Dopo aver raggiunto la qualifica di dirigente generale di pubblica sicurezza, approda al vertice della Direzione centrale della polizia di prevenzione, assumendo anche l’incarico di presidente del Casa (Comitato di analisi strategica antiterrorismo). Diventa prefetto nel marzo 2019 e il 4 marzo del 2021, su proposta dell’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, è nominato capo della polizia, direttore generale della pubblica sicurezza, succedendo a Franco Gabrielli, al quale è sempre stato legato. Proprio quando la complessa gestione dell’emergenza Covid e i controlli sul rispetto delle misure richiedono misure straordinarie, ma anche una strategia che non tralasci cortesia e gentilezza durante i controlli.
LE INDAGINI
Per oltre ventisette anni Giannini ha lavorato nel contrasto all’eversione e al terrorismo interno e internazionale. Una lunga carriera, segnata da numerosi successi. Dall’omicidio Marta Russo agli arresti dei terroristi appartenenti al gruppo della Nuove Brigate Rosse, di Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi, che avevano riorganizzato una cellula e ripreso la lotta armata. Poi l’arresto nel 2005 a Roma di uno dei terroristi che, nel luglio di quell’anno, aveva tentato di farsi esplodere, insieme ad altri complici, nella metropolitana di Londra. E ancora, l’azzeramento di una gruppo neo-brigatista che progettava un attacco durante il G8 in programma alla Maddalena. Dopo più di dieci anni, da capo dell’Antiterrorismo, Giannini riesce a individuare le cellule vicine all’Isis che in Italia avevano sostenuto Anis Amri, il terrorista del mercatino di Natale di Berlino, ucciso a Sesto San Giovanni in un conflitto a fuoco con la polizia alcuni giorni dopo l’attentato.