Corriere della Sera, 12 maggio 2023
Giorgio Armani, la laurea e la commozione
Commosso sino quasi alle lacrime, in toga e tocco, Giorgio Armani ha ricevuto ieri a Piacenza la laurea honoris causa in Global Business Management dall’Università Cattolica. Un titolo accademico, il quinto della sua carriera (dal Royal College of Art alla Saint Martins di Londra all’Accademia di Brera e alla Laurea in Disegno Industriale del Politecnico), che ha dedicato ai giovani: «Ho parlato di me pensando soprattutto a voi studenti. E vorrei, con la mia storia, essere un esempio, uno stimolo e ricordare a tutti che il lavoro vero e l’amore portano lontano».
«Ricevere questa laurea è stato qualcosa che mi ha toccato profondamente – ha detto —. E non solo perché mi è stata conferita nella mia amata città natale, ma perché è un riconoscimento all’Armani imprenditore, a quella figura che ho dovuto inventare da zero superando, soprattutto all’inizio, momenti di grande difficoltà». Momenti cha ha raccontato di aver affrontato con «caparbietà e passione», come dopo la morte del suo socio Sergio Galeotti. E poi a lato della cerimonia si è a lungo soffermato proprio sugli affetti: «Essere qui mi ha obbligato a ricordare il percorso molto impegnativo che ho fatto, dimenticando molte volte me stesso. Allora dico ai giovani lavorate, tenete duro ma non scordate che a casa avete il gatto, il cane, la mamma, la nonna o l’amata, perché poi andando avanti avrete bisogno di persone al fianco». Il tuffo nei ricordi è stato immediato: «Ho rivisto la mia infanzia, le gite in bici sul Trebbia e mia mamma che durante la guerra mi portava dalla mia camera al quinto piano in cantina al rifugio».
Le prime parole del rettore Franco Anelli sono state proprio di riconoscenza: «Uno dei figli più illustri di questa città». A leggere la motivazione e consegnare la laurea la preside Anna Maria Fellegara: «Per la dimensione internazionale del marchio, per l’approccio olistico alla sostenibilità, per la ricerca inesausta di miglioramento e per la consapevolezza della centralità dell’impresa nella creazione di valore condiviso». In platea, vicini, lo stilista ha chiesto ci fossero gli studenti: «Mi piace pensare che la mia personale esperienza possa essere in qualche modo di esempio per chiunque miri a realizzarsi. In particolare, proprio per i giovani che, in un momento storico così complesso, spesso faticano a individuare la strada giusta. Oggi sono richieste grandi competenze e la realtà è sfidante e non sempre rassicurante, ma mi sento di dire di non arrendersi mai, di studiare con impegno, di lavorare giorno dopo giorno assecondando l’istinto e la passione». E sui sit-in di questi giorni aggiunge: «Li capisco se scendono in strada per protestare pacificamente per quello che è un diritto, per tutti, allo studio».
Anche sulla difficoltà a trovare la strada giusta, Armani regala la sua esperienza: «Può accadere che lungo il cammino ci si accorga che è meglio modificare o addirittura cambiare la rotta, e a me è capitato. Ma sbagliare è umano, serve a rafforzarsi, a crescere. Io stesso sognavo di diventare medico e invece sono diventato stilista, alla guida di un Gruppo internazionale». «I valori? Non esiste una ricetta precisa, ma nella vita ho imparato che ciò che conta è l’onestà, l’umiltà, l’etica, la coerenza, e soprattutto la sostanza che va oltre la mera e labile apparenza. Consiglio di sognare, di credere in ciò che si è, di lasciarsi ispirare e continuare a guardare il mondo con la mente aperta, e con occhi sempre curiosi e trasparenti».