Corriere della Sera, 12 maggio 2023
Parla il guru social di Meloni
Espressione nerd, romano, 32 anni, Tommaso Longobardi parla poco. È il guru dei social di Giorgia Meloni, ormai da sei anni, da quando lasciò Milano e il Movimento 5 Stelle. «Lavoravo con Gianroberto Casaleggio. Professionale, è stato una buona scuola». Laurea triennale in psicologia, ha guidato, attraverso i social, l’ascesa di «Giorgia», come la chiama sempre lui, fino a Palazzo Chigi. «Instagram, Twitter, Facebook, Telegram. Ora anche su LinkedIn, mi raccomando iscrivetevi». Poi un blocco. «Ne ho dimenticato uno (TikTok, ndr )». Dimentica anche, lui che ha tutte le password degli account della premier. «Siamo in cinque nella squadra: due persone su Twitter e gli altri due su grafica, montaggio e social generico». Un sentimento politico lo anima oppure cambia casacca come in una squadra di calcio? «Ho idee personali su tantissime tematiche. Occorre scindere tra il professionista e il militante. Né con la destra, né con la sinistra». Ovviamente vota Fratelli d’Italia? «Lo devo proprio dire? Sono sincero. Alle ultime elezioni ho votato FdI. Mi ha convinto Giorgia».
È lui l’uomo del video del Primo Maggio quando la premier, in barba ai sindacati, apriva sorridente la porta della Sala del Consiglio dei ministri. «Altro che set cinematografico, con me c’era solo il fotografo di Chigi. Trovo giusto raccontare il palazzo perché appartiene anche alla collettività. Ai ministri lo abbiamo detto tre minuti prima, nulla di preparato. I tagli? Per renderlo più incisivo e ha funzionato benissimo». Un modo per evitare le domande dei giornalisti. «No, Giorgia risponde quotidianamente a tutte le domande». Con l’avvento di Schlein è cambiato poco. «Noi non polarizziamo sulle due protagoniste donne, semmai loro. L’armocromista? Giorgia non ne ha e non ne avrà bisogno».